CATALOGO

PREMESSA

 

 

E facendo la propria educazione, Socrate era divenuto educatore.

Faccio lezioni agli operai di diritti e doveri. Spero.di riuscire meglio che all'università, perché il senso schietto della moltitudine oramai preferibile a tutto questo nostro mondo fittizio di scienza burocratica.

Antonio Labriola

 

Io non saprei trovare […] niuna lettura più facile, più attraente, più dolce di quella di un catalogo. […]

Qui non è descrizione né cronaca, ma l'annunzio e l'indicazione molto sommaria dei volumi che cominceranno a uscire fra poco.

Questa scarsità di notizie del resto è un pregio; essa dilata il campo dell'immaginativa. Inoltre ci invita, mentre s'aspetta, a riflettere più curiosamente sulla qualità e sugli elementi della nostra stessa aspettazione.

Renato Serra

...

 

“Catalogo” (dal greco katálogos ), nella lingua italiana corrente vuol dire almeno tre cose: 1. elenco ordinato e sistematico, a volte ragionato, di cose dello stesso genere, o anche di genere diverso, ma riunite nel medesimo luogo per uno uguale scopo: asta, mostra, negozio, documentazione funzionale ad un'attività; 2. enumerazione, lista, ruolo, novero, elencazione puntuale, magari un po' pedante, prolissa e fine a se stessa, di uomini, oggetti, situazioni, problemi, concetti, termini; 3. serie, schiera, schema elencatorio, anche in senso figurato, con specifico riferimento a tipologie umane, poetiche, astronomiche e - perché no? - storiche, filosofiche, politiche, educative.

Con un po' di quella «immaginativa» di cui quasi un secolo fa parlava il Renato Serra in epigrafe, questo che qui si presenta vorrebbe in qualche modo partecipare di un po' tutti e tre i significati suddetti. Magari con l'ambiziosa idea di sperimentarne, pur difettosamente, uno di più: e ripescando ed adattando alla bisogna, si parva licet , le parole del suggestivo, propiziatorio, nonché antipedagogico ragionamento del Serra recensore di cataloghi, sì da riuscire a dare almeno l'«annunzio» di nuove ricerche sul tema che qui ed ora interessa, Antonio Labriola e la sua Università , ed un qualche chiarimento del senso della nostra «aspettazione». Verso Labriola ed oltre Labriola.

E questo, con buona pace del vecchio binomio “Labriola-Diderot”… Del Labriola cioè, che per l'appunto come Diderot (secondo il noto parere di Benedetto Croce) non sarebbe stato «forse […] abbastanza energico da padroneggiare una gran massa di problemi, e sviscerarli e giungere a un proprio risultato ed elaborar questo con forza e con tenacia scorgendone tutte le relazioni e conseguenze»; ma volto semplicemente, un po' come Socrate, a fornire strumenti di ricerca tali da essere «più importanti per quel che suggeriscono che non per quel che dicono».

Un Labriola-catalogo, insomma. E - come escluderlo? – al plurale: catalogo di cataloghi, intanto, su Labriola e su l' Università che fu sua. Un' Università , quella di Labriola , a trecentosessanta gradi: e nel senso più ampio, soggettivo ed oggettivo del genitivo, comprendente intanto l'università come sede fisico-archettonica e tecnico-istituzionale delle funzioni scientifiche e didattiche proprie della vecchia “Sapienza” nel trentennio 1874-1904; ma inclusiva anche dell'università come luogo mentale-ideale e pratico-educativo perpetuo, in cui si rispecchia la complessiva esperienza culturale e pedagogica labrioliana nella società civile, tra vita quotidiana e memoria del tempo, tra formazione autocritica del “sé” e interferenza critico-formativa sulle “cose”, come storicizzabile attualità ed evidente progettualità etico-politica “altra”.

 

L'opera che ora si presenta è ovviamente solo uno tra i tanti modi possibili per ricordare Antonio Labriola nel Centenario della morte (1904-2004). E non è un caso che, nel corso dell'Anno labrioliano appena trascorso, siano state anche altre le iniziative in proposito: a Roma anzitutto il 2 e 3 febbraio, quindi a Napoli, a Bologna, a Bari, a Cassino tra il 7 e il 9 ottobre, e successivamente. Ma, ancora nell'immediato futuro, se ne annuncino di nuove: e, tra l'altro, con il proposito esplicito di una ripresa della pubblicazione di tutti gli scritti di Labriola (avviata a suo tempo da Luigi Dal Pane), e nella prospettiva dell'Edizione nazionale delle Opere complete.

In questo senso, la proposta di Catalogo qui avanzata e la Mostra che vi si connette, se per un verso rientrano ancora, ex parte subiecti , nel quadro delle attività del Comitato scientifico nazionale per le Onoranze labrioliane collocandosi sulla linea degli eventi commemorativi del 2004, da un altro verso si intendono meglio alla luce di precise, ulteriori circostanze di contesto e di prospettiva. Prime fra tutte, giacché si tratta di Labriola e la sua Università , le celebrazioni in corso ed in via di svolgimento per i Settecento anni della fondazione della Prima Università di Roma (1303-2003), entro cui la presente pubblicazione viene per l'appunto ad inscriversi come un momento caratterizzante.

Ma sono anche altre le ragioni che sollecitano oggi, nella sua Università, ad occuparsi del Labriola “universitario”: giacché da un lato, nell'Università di Roma “La Sapienza”, si è ritenuto opportuno affiancare alla ricerca per il Catalogo e per la Mostra una corrispondente didattica sulla figura e l'opera di Labriola, mediante corsi di lezioni, seminari, tesi e tesine; da un altro lato, spiegandone in qualche modo le ragioni, si è pensato di rieditare proprio quel Labriola che nel 1887, in tema di “lauree in filosofia” e dintorni, fu promotore di iniziative di riforma universitaria che fecero epoca (cfr. ora, di N. Siciliani de Cumis, il volume Filosofia ed Università. Da Labriola a Vailati 1882-1902 , Urbino, Argalìa, 1975, che viene ripubblicato in contemporanea con il Catalogo nei tipi dell'UTET Libreria).

Di più, la stessa collana «Diritto di stampa», appena varata nei tipi dell'editore Aracne, e diretta da Giuseppe Boncori, Nicola Siciliani de Cumis, Maria Serena Veggetti con l'intento di rendere pubblicabile il maggiore numero possibile di tesi di laurea, non è che un'ulteriore proiezione accademica (ma non solo) dell'Università di Labriola: sia nel senso che vi si affermano posizioni scientifiche, didattiche e di politica culturale riconducibili anzitutto a Labriola (il rigore e la trasparenza degli studi); sia nel senso che, direttamente o indirettamente, è proprio Labriola l'argomento delle prime monografie pubblicate o in via di pubblicazione (cfr. quindi, il libro di A. Sanzo, L'officina comunista. Enrico Berlinguer e la formazione dell'uomo (1945-1956) , Roma, Aracne, 2003; e gli altri testi, pressoché pronti per la stampa, a cominciare da quelli di G. Bassetti, Le “Opere” di Socrate in autori, libri, giornali, immagini 1871-2002 e B. Tribuzi, Antonio Labriola nella Biblioteca di Filosofia della “Sapienza” , di cui si dà notizia nel Catalogo e nella Mostra).

 

Il progetto originario della Facoltà di Filosofia romana di celebrare Antonio Labriola e la sua Università, nella sua Università , sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, non avrebbe potuto tuttavia ipotizzarsi né prendere forma senza il consenso e l'incoraggiamento del Magnifico Rettore dell'Università di Roma “La Sapienza” Giuseppe D'Ascenzo, senza l'autorevole sostegno del Preside Marco Maria Olivetti e la connessa collaborazione dei Sovrintendenti dell'Archivio Centrale dello Stato, Maurizio Fallace e Aldo Giovanni Ricci, nonché del Direttore dell'Archivio di Stato di Roma, Luigi Londei. Si ringraziano quindi, per la risolutezza delle decisioni amministrative e per la continuità dell'appoggio morale e politico-culturale al progetto d'insieme, Paolo Mugnai e Marta Fattori; e per la operatività necessaria alla realizzazione del Catalogo e della Mostra, nelle varie fasi, tra Archivio Centrale dello Stato e Archivio di Stato di Roma, Daniela Sinisi, Maria Grazia Branchetti, Anna Maria Sorge, Linda Giuva, Marina Giannetto, Maria Pina Di Simone, Augusto Pompeo, Massimo Domenicucci, Anna Maria Pieretti, assieme a Cristina Mosillo, Franco Papale, Paolo Audino, Enrico Lipartiti. E Luisa Salvatori, indispensabile in particolare, per aver curato la stesura definitiva dei pannelli della Mostra.

Nella messa a punto di Catalogo e Mostra, ci si è d'altra parte giovati dei preziosi consigli e degli apporti scientifici i più diversi, a cominciare da quelli, più lontani e durevoli nel tempo ma permanentemente autorevoli, di Eugenio Garin e Giovanni Mastroianni, cui si sono aggiunti via via gli specifici apporti di Francesco Adorno, Giovanna Alatri, Agostino Bagnato, Bruno Bellerate, Nino Bini, Giuseppe Boncori, Giacomo Cives, Ferdinando Cordova, Girolamo Cotroneo, Carmela Covato, Girolamo de Liguori, Tullio De Mauro, Marta Fattori, Franco Ferrarotti, Rosella Frasca, Alberto Galiano, Giuseppe Giarrizzo, Irene Kajon, Giovanni Pietro Lombardo, Mario Alighiero Manacorda, Giuseppe Monsagrati, Luigi Punzo, Antonio Santoni Rugiu, Gennaro Sasso, Tonino Sicoli, Giuseppe Spadafora, Emidio Spinelli, Fulvio Tessitore, Francesco Valentini, Maria Serena Veggetti, Aldo Visalberghi, Ignazio Volpicelli.

Egualmente è da menzionare, in tutte quante le fasi del lavoro svolto, l'aiuto prestato dagli Uffici di Presidenza di Facoltà, dal Dipartimento di Ricerche storico-filosofiche e pedagogiche diretto da Tullio Gregory (quindi da Marta Fattori), dai Corsi di Laurea in Scienze dell'educazione e della formazione presieduti da Pietro Lucisano e Lucio Pagnoncelli, dal CIS/Centro Interdipartimentale Servizi di Biblioteca della Facoltà di Filosofia, diretto da Nicoletta Heusch, e dalla Fondazione “G. Gentile” Presieduta da Gennaro Sasso. Per cui, oltre a Giuseppe Faccini e a Caterina Lalli, sono anche da ringraziare Giuliana Morgante, Maria Litta, Claudia Pistis, Mirella La Motta, Adriana De Angelis, Mary Joan Crowley, Antonietta Rossi, Franca Manfroncelli, Bruno De Iuliis, Antonio Giordano. Mentre, per la collaborazione prestata nel corso delle attività didattiche e di ricerca a monte del Catalogo e della Mostra, sono da menzionare per il loro contributo tecnico ed organizzativo, il Centro Stampa Ateneo della “Sapienza” (Luigi Migliaccio), il Centro fotocopie di Villa Mirafiori (Stefano e Loriana Rinalduzzi e famiglia) e i signori Primo Facchin, Enzo Mancinelli, Maurizio Piccioni.

Da ricordare, anche, le altre istituzioni che, in un modo o nell'altro, hanno collaborato ai lavori di cui il Catalogo è documento. E cioè, in primo luogo, lo stesso Rettorato e l'Archivio Studenti dell'Università di Roma “La Sapienza”, che hanno messo a disposizione le Cartelle universitarie di Labriola, i fascicoli degli studenti, i registri dei verbali e degli esami della Facoltà di Filosofia e Lettere, le tesi di laurea, ecc. (per cui si ringraziano in particolare Franca Azzaro, Rosanna Capitano, Angiolino Jona). Ci si è inoltre giovati di supporti bibliografici e documentari offerti dalla Società Napoletana di Storia Patria di Napoli, dalla Biblioteca Comunale di Catanzaro “F. De Nobili”, dalla Biblioteca Civica “A. Mai” di Bergamo, dalla Biblioteca Provinciale “Salvatore Tommasi” di L'Aquila”, dal Museo Storico della Didattica dell'Università di Roma Tre, dalla Fondazione “L. e L. Basso”, la “Dom Plekanova” di San Pietroburgo, la Biblioteca Nazionale Ucraina “ V. I. Vernads'kyj” di Kiev.

Per ciò che attiene, poi, all'utilizzazione di testi conservati presso la Fondazione Istituto “A. Gramsci”, essenziale è risultato l'aiuto di Giuseppe Vacca, Silvio Pons, Elio Testoni, Giovanna Bosman, Dario Massimi, Lucio Conte. Per il contributo offerto dall'attuale Biblioteca Alessandrina della “Sapienza”, si è grati al Direttore Maria Concetta Petrollo Pagliarani e ad Alessandra Grosso Ciponte; per quello dell'Archivio Storico Capitolino e della Biblioteca di Roma, al Direttore Paola Pavan, al vicedirettore Michele Franceschini e a Loredana Magnanti.

Un grazie, ancora, agli archivisti e ai bibliotecari, professori, pittori, disegnatori, architetti, fotografi, registi, attori, “comunicatori”, ed agli altri esperti, generosamente impegnatisi a prestare la loro opera: Roberto Bagnato, Daniela Cantagalli, Viviana Campatola, Nadia Ceccarelli, Giuseppe Cocco, Alessandra Dessi, Franco Flaccavento, Francomà, Alfonso Grisolino, Marinella Letico, Bertina Lopez, Franca Manfroncelli, Davide Orlandi Dormino, Vincenzo Paonessa, Anna Rita Podesti, Luca Raimondi, Renzo Remotti, Placido Scandurra, Gaia Scaramella, Daria, Lidia e Matteo Siciliani de Cumis, Giorgio Spaziani, Franco Toscano, Corrado Veneziano. Particolari ringraziamenti, quindi, per l'aiuto prestato e talvolta la preziosità del loro contributo, alle Signore Fulvia ed Elvira Dal Pane e all'Avvocato Renato Petrachi, a Gian Piero Orsello e all'Istituto Italiano di Studi Legislativi di Roma, a Luca Terzolo della UTET, a Giuliano Poletti della Lega delle Cooperative di Roma e a Elena Romagnoli del Centro italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l'Economia sociale di Bologna, a Paola Trabalzini dell'“Opera Maria Montessori” di Roma, a Vittorio De Sanctis e Rossella Parisi dell'“Opera Sante De Sanctis” di Roma, a Suor Michela Carrozzino del Centro Studi Guanelliani di Roma.

Va detto infine (ma è la prima cosa da tenere presente), che né Catalogo né la Mostra avrebbero potuto realizzarsi, senza l'intelligente e appassionato contributo di una nutrita schiera di giovani studiosi e studenti, collaboratori a vario titolo della Prima Cattedra di Pedagogia generale della “Sapienza”. E cioè (qui in ordine alfabetico; nel Catalogo, quando è il caso, al loro posto di autori): Giada Bassetti, Maria Belfiore, Laura Bellagamba, Cristina Bringiotti, Amelia Broccoli, Valentina Carissimi, Marzia Castiglioni Humani, Alessia Cittarelli, Elisa Corbella, Marzia D'Alessandro, Marco Antonio D'Arcangeli, Manuela De Antonis, Aldo Demartis, Giovanna Di Dieco, Antonella Di Luoffo, Roberto Donini, Simona D'Onofrio, Marco Dormino, Federico Feliciani, Francesca Festa, Paolo Franzò, Vincenzo Gabriele, Marco Incagnola, Olena Konovalenko, Olga Liskova, Germana Mamone, Elisabetta Mariani, Valentina Marruzzo, Anna Matellicani, Maria Pia Musso, Vincenzo Orsomarso, Tiziana Pangrazi, Germana Recchia, Federico Ruggiero, Roberto Sandrucci, Alessandro Sanzo, Domenico Scalzo, Elisabetta Scialanga, Giordana Szpunar, Daniela Tarabusi, Roberta Tarquini, Tania Tomassetti, Roberto Toro, Barbara Tribuzi, Alfonso Trisolino, Francesca Vecchione.

 

Quanto ai criteri seguiti nella scelta e nella pubblicazione dei testi e delle illustrazioni, essi sono stati anzitutto quelli dettati da specifici motivi di funzionalità (un Catalogo non è un'edizione critica), dal particolare punto di vista del curatore, nonché dai limiti imposti dalla peculiarità del tema labrioliano-universitario del Catalogo e della Mostra. Nel reperimento e nella selezione dei documenti, si è quindi cercato di proporne di specialmente significativi, alla luce, come si dice, dello “stato dell'arte”; e di privilegiare, mediante l'utilizzazione soprattutto di fonti inedite, aspetti sconosciuti o meno noti dell'attività del Labriola professore alla “Sapienza”.

Per ciò che attiene alle modalità di presentazione di scritti labrioliani, ci si è limitati all'essenziale, ora fotoriproducendone gli originali, ora restituendone il testo mediante trascrizione; il più delle volte, facendo entrambe le cose; e quasi sempre con l'intento di mostrare la loro fisionomia grafica primitiva (anche nel caso di qualche evidente inesattezza e incompletezza). Lievi correzioni ortografiche sono state invece introdotte su alcuni testi, tranne che su quelli di Labriola. In ogni caso, nel corso della trascrizione, si è dato conto dei dubbi affiorati: sicché le parole o le espressioni risultanti illeggibili sono state rese tra parentesi quadre.

Quanto alle collocazioni dei documenti d'archivio, per i testi inediti selezionati ad hoc per il Catalogo o esposti nella Mostra, ci si è attenuti, di massima, al criterio di fornire indicazioni le più aggiornate: il che è valso soprattutto nel caso dei documenti dell'Archivio Centrale dello Stato, dove di recente, per alcuni fondi, si sono avuti riordini delle buste, con conseguenti mutamenti di denominazione, slittamenti nella numerazione, ecc. Non si è invece provveduto ad alcuna modifica, nel caso di testi pubblicati in precedenza in riviste o miscellanee.

Anche le didascalie esplicative sono state ridotte all'essenziale; e, nel fornire informazioni, si è inteso piuttosto avviare, una nuova indagine, che non avere la pretesa di sciogliere antichi nodi. E ciò, nella persuasione che la circostanza dell'Anno labrioliano, nei limiti del possibile, dovesse risultare un momento, piuttosto che di “definizioni”, di innovazioni ; le documentazioni prodotte, non risolutive, ma solo propedeutiche ad ulteriori acquisizioni; e l'esperienza del Catalogo e della Mostra, per coloro che vi si fossero impegnati, niente altro che l'occasione di una maieutica collettiva e di un abbrivio metodologico.

Di qui l'opportunità di mostrare, tra l'altro, le eventuali differenze affioranti tra i modelli interpretativi del pensiero e dell'opera di Labriola, le diversificazioni di scrittura da parte dei singoli autori e le stesse “soggettività” tipografico-redazionali proposte per il Catalogo. Tra le quali, perfino l'incompletezza, l'imprecisione, la difformità e l'errore giocano un ruolo di veridicità ed una precisa funzione euristica e pedagogica. Lo stesso dicasi per le evidenti difformità di stile dei pannelli della mostra: tutti riconducibili ad un'unica linea interpretativa, ma volutamente aperti alla soggettività degli apporti grafici, individuali e collettivi, di quanti hanno materialmente collaborato al progetto e alla sua esecuzione.

In altri termini, al di là della pur essenziale uniformità editoriale, si è operato in modo da non interferire più del necessario nelle difformità: e, quindi, nelle modalità di scrittura e di espressione visiva (e audiovisiva) di quanti sono intervenuti dialogicamente in un percorso di ricerca che, nonostante gli oltre cento anni di ricerche sull'Autore, risulta ancora, per più versi, allo stato nascente. Da cui l'esigenza di registrare tra l'altro, nello stesso Catalogo, gli aspetti cantieristici e di laboratorio dell'indagine: e dunque l'officina, l'apprendistato, i processi avviati di un momento “nuovo”, anche se imperfetto, degli studi labrioliani in genere e di quelli su Antonio Labriola e la sua Università in particolare.

 

 

antonio labriola e la sua università

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