"SOLA ANDATA": il "ritorno" dal viaggio interattivo riletto sui Quaderni della mostra (1)

 

A fine aprile '98 si è chiusa "Sola andata", la mostra multimediale basata sulla tecnica del gioco di ruolo e pensata per far "vestire i panni" di un immigrato, che tenta la fortuna lasciando la sua terra. Ogni visitatore poteva scegliere tra le storie di 11 extracomunitari: una colombiana, un albanese, un ragazzo del Kurdistan turco, una nigeriana, un ruandese e un bosniaco, una filippina e un marocchino, un polacco, un pakistano, un somalo. Si dovevano quindi ripercorrere attivamente le tappe di un viaggio, vissuto da tante persone sulla propria pelle. A rendere ancor più verosimile l'esperienza c'erano agenti, doganieri e funzionari interpretati da 20 animatori stranieri.

Concluso il percorso, accanto al Dossier pedagogico - una sorta di "vademecum" da offrire ai ragazzi della scuola, per riflettere analiticamente sull' esperienza appena vissuta - c'erano i Quaderni, su cui chiunque volesse poteva lasciare una traccia delle emozioni provate, delle considerazioni che l' avventura gli aveva provocato.

Grazie ai quaderni (ne sono stati riempiti 12 di formato grande nei sette mesi di apertura degli stands)  abbiamo ripercorso quello stesso viaggio a un paio di mesi dalla chiusura e  dalla loro rilettura è nato un doppio, ma parallelo, lavoro analitico: a) il primo è incentrato sulla individuazione di filoni tematici diversi all' interno dei quaderni stessi, attraverso un esame filologico\critico delle frasi lasciate e nel tentativo di enucleare ogni volta il centro problematico più evidente (constatando, magari, l'intercomunicabilità di tutti i messaggi); b) il secondo è un elenco alfabetico delle "idee" o "parole chiave" più ricorrenti nei quaderni; elenco che sottolinea la significatività di certi argomenti generali evidenziatisi e all' interno dei quali ogni singola "idea ricorrente" si ri-contestualizza.  Riteniamo, per altro, che i visitatori rappresentino alcune tendenze diffuse a livello sociale e che l'indice sia perciò stesso indicativo dei termini e dei concetti più comuni e metabolizzati a proposito di "società multirazziale" e di "intercultura".

 

 

a) I quaderni della mostra e i filoni interpretativi individuati

 

Sono venti i "macrotemi" desunti dalla lettura dei messaggi lasciati e utilizzati come contenitori in cui far confluire le espressioni più usate e più significative. Tali macrotemi - ne illustreremo ciascuno attraverso alcune frasi dei quaderni (2) - per come sono stati definiti e titolati potrebbero suscitare perplessità. Altri avrebbero forse individuato filoni diversi; e scriventi, vedendosi citati e inclusi in un filone tematico piuttosto che in un altro, potrebbero sollevare obiezioni. Bisogna dunque considerare lo scarto tra la soggettività delle emozioni espresse dal pubblico e il tentativo di oggettivare il tutto attraverso il nostro itinerario interpretativo.

In questo percorso post-mostra non è stato sempre possibile riconoscere con certezza l' età e il sesso degli autori; inoltre, in un paio di casi la grafia era criptica e ci siamo esentati da interpretazioni forzate. L' ordine in cui presentiamo i temi emersi è, in qualche modo, cronologico: si parte da quelli selezionati per primi e si prosegue così anche se alcuni argomenti sono emersi contemporaneamente tra di loro.

 

1) La mostra come esperienza conoscitiva e di condivisione: Molti hanno conosciuto per la prima volta le condizioni degli extracomunitari, riflettendo sulla vita di chi fugge dal suo paese. La mostra ha dato un "contributo alla comprensione del razzismo e dell' intolleranza avviando a una possibile 'nuova' solidarietà"; infatti, solo immedesimandosi si può "capire cos'è la povertà, cosa significa  convivere con la paura e la morte". Inoltre, sono state colmate le lacune di altre fonti di informazione: "si scoprono realtà e situazioni che non emergono dai mezzi di comunicazione". E' stata quindi un' "iniziativa (...) per meglio comprendere senza giudicare".

 

2) Visitatori stranieri:

Pochi stranieri hanno visto la mostra, magari conoscendo davvero la fuga e la clandestinità e rivivendo così storie e difficoltà personali: "sono ritornato al passato, sono un 'ex straniero' (...), quante volte ho tremato allo scadere del permesso di soggiorno!". Ci sono state riflessioni più dure: "bisogna creare una legge giusta, (...) per tutti coloro che vogliono -o devono- partire e venire liberamente a vivere, lavorare e confrontarsi in  un paese così bello e così brutto come l' Italia". Infine, un messaggio di speranza: "grazie alla Colombia che mi ha visto nascere, all' Italia che mi ha visto passare e al Canada che mi lascerà vivere!":

 

3) Le emozioni suscitate dal percorso interattivo:

Il coinvolgimento emotivo è risultato davvero forte molti hanno espresso "(...) lo sconforto per una situazione senza via di uscita"; "spesso -scrivono altri- ho avuto le lacrime agli occhi per chi ancora non comprendere". La forza dei sentimenti è quella "dei momenti che restano impressi nella mente come un nome tra milioni di altri", ma per alcuni è una forza eccessiva: "ho sentito paura e solitudine e non sono ancora rientrata nella mia vita vera". Ma le emozioni possono essere "catartiche": "se le informazioni sul mondo passassero attraverso le emozioni, tutti si impegnerebbero con tutti".

 

4) Proposte per migliorare la mostra:

Abbiamo trovato anche suggerimenti per  migliorare il "viaggio", in prospettiva di allestimenti futuri, magari itineranti. Ecco poi alcune osservazioni: "forse occorreva più tempo per leggere i pannelli attaccati alle pareti"; "rendete ugualmente complesse e lunghe le storie, più che il numero di tappe (...), o fate in modo che chi vuole possa scegliere una storia più difficile". C'è chi ha chiesto maggiore realismo, per facilitare il processo di immedesimazione e chi ha obiettato:  "non si riesce a trasmettere al visitatore cosa significa non comprendere la lingua delle forze di polizia".

 

5) Critiche e suggerimenti:

Le disapprovazioni sono dovute alla difficoltà di capire l' esperienza o alle attese personali: "bella documentazione d'ufficio" -si legge-; "bene lo spirito dell' iniziativa, l'esecuzione è goliardica". Hanno rimarcato il poco realismo: "(...) possibile che divento clandestino e finisce il percorso? Lì iniziano i guai!"; "non portate i ragazzi alla mostra, ma alla stazione Termini". E' stato notato: "un appiattimento sugli aspetti dell' arrivo e dell' inserimento a Roma" e l'assenza "di approfondimento sulle condizioni all' origine e sul viaggio in clandestinità (...)".

 

6) Superamento di stereotipi in tema di intercultura:

Questo spunto è fondamentale; infatti, nonostante le campagne di informazione e di sensibilizzazione, resistono tanti luoghi comuni sulla realtà multirazziale e sull' intercultura e dietro essi si celano, talora inconsapevolmente, pregiudizi veri e propri. A far enucleare questo titolo è stata l' onorevole Livia Turco, che ha scritto: "è' importante informare, ma esiste il rischio di abbattere degli stereotipi per costruirne altri, magari opposti"; un' insegnante ha detto: "spero che i miei alunni, pieni di luoghi comuni e di pregiudizi, abbiano capito con questa mostra la dinamicità della vita degli altri".

 

7) Frasi, citazioni, battute significative:

Molte espressioni recuperano istanze solidaristiche: "so quanto è grande la voglia di espatriare per noi"; "non tutti sanno, non tutti conoscono: siamo cittadini del mondo?"; "se fossimo una volta 'profughi' il mondo sarebbe un po' migliore"; "pensavo a quanto la vita fosse tragica, dura, difficile, non avevo pensato che fosse triste"; "questa mostra è un granello di sabbia, il deserto di paura e dolore che resta addosso (...)". Un invito: "(...) battiti (...), lo spazio antagonista non lo sottovalutare, terreno fertile da coltivare". Infine: "ne sono successe di tutti i colori...non è spuntato l'arcobaleno!".

 

8) La "poesia" di Sola andata:

Le emozioni hanno parlato anche con versi e scritti di altri autori: "quando mondi lontani\ ci frugano nei sogni\ e nel cuore\ allora siamo pronti\ ad andare lontano\ scavalcando i nostri stessi sogni\ e i confini del cuore"; "considerando l' apertura alare e la frequenza del battito delle ali, rapportate al peso, è scientificamente provato che un coleottero non può volare. Vola perchè non lo sa. L'uccello libero non vola"; "a te, amore, pulserà il cuore umano nel mondo e saranno riverberi di gioia"; "la fiducia è l' uccello che canta quando la notte è ancora buia" (Tagore).

 

9) Entusiasmo ed elogi per l' esperienza vissuta:

Le approvazioni sono entusiastiche: "speriamo che iniziative simili producano più benefici di tante chiacchiere a sproposito"; "è stata un' occasione per liberare ognuno dalle ipocrisie e dai pregiudizi"; "la mostra è tanto speciale che ho capito veramente chi sono"; "una mostra nuova dove posso creare io e non sono vittima della scelta della mia prof."; "dovrebbe essere motivo di dibattito in Parlamento (...)". Infine: "(...) è stato uno stimolo a conoscere meglio tutto ciò che non è Italia"; "grazie per questo indimenticabile 'viaggio umano'. Dovrebbe diventare una mostra per un' educazione permanente".

 

10) La mostra come percorso educativo e catartico:

Molti hanno percorso un cammino di miglioramento interiore, sentendo di subire una 'metamorfosi': "Grazie per non averci fatto uscire uguali a quando siamo entrati"; "spero che la mostra cambi la popolazione di Roma e di altre città"; "scopo del 'viaggio': l'educazione all' amore del prossimo"; "mi auguro sia visitata da chi crede l' Italia circondata da barriere di solo 'pensiero e parole'". Il percorso aiuta poi a valorizzare la propria vita: "per conoscere e apprezzare i nostri diritti acquisiti"; infine: "un' altra verifica che la scuola deve cambiare metodologia per approcciare problemi simili".

 

11) Incontrare gli altri diversi da noi:

C' è stato un processo di decentramento che ha fatto accogliere l'altro: "la mostra, un modo, un tentativo di vivere come altre persone, che vedo in giro con gli sguardi bui. Ogni tanto provo a parlarci, ma solo quando chiedo del loro paese gli sguardi si accendono"; "saper vivere, ma soprattutto convivere: la mostra è stata un' esperienza per ampliare l' idea di multiculturalità"; "questa mostra dovrebbe essere visitata anche dai razzisti, perchè è facile non accettare chi è diverso, ma è difficile non sentirsi accettato (...). Chi non viene accettato non accetterà mai".

 

12) Da me a te, da noi a voi: decentrarsi dall' ego-centrismo:

Mettersi nei panni del prossimo: un esercizio che aiuta a comprendere, scostandosi dall' io egoistico e dal noi occidentalistico per accogliere l' altro, il tu e il voi. Diciamolo con le parole dei quaderni: "credo che la mostra faccia capire che non esistiamo solo noi"; "è stato un contributo alla comprensione dei problemi dell' altro"; "è impossibile non immedesimarsi e per una volta ci si sente dall' altra parte"; anche se non è facile "ci libera dal difetto di giudicare senza sapere".

 

13) Solidarietà ingannevole?:

Non sempre c'è stata consapevolezza e sensibilità verso alla mostra e il suo valore:  "(...) forse l' Italia non è il posto giusto per loro, ma ce ne sarà uno sparso per il mondo!"; "forse l' unico rimedio per l' immigrato è restare nel suo paese con i problemi che ci sono, ma con le sue tradizioni, liberi di pensare"; "la mostra è stata divertente, ma questa è la dura realtà e dobbiamo accettarla"; "bella mostra, illumina sul 'mito dell' occidente', visto da chi non può raggiungerlo!"; "chi ha pregiudizi non è venuto e se ne sta a casa". Infine, secondo alcuni:  "a volte l' immagine dell' immigrato è rappresentata troppo positivamente".

 

14) Nei panni di uno straniero:

Alcuni si sono sentiti dentro la storia umana del personaggio: "porterò con me Lorena, mi aiuterà nel lavoro come una compagna disperata, bella, concreta"; "ridatemi casa, lavoro e il piacere di vivere (Rachid)". Altri chiedono: "come fa lo straniero a compilare domande in italiano appena arrivato? Bisogna aiutarlo. E le affinità col personaggio? "Ho scelto Khalid perchè fa parte del partito MQM, è un uomo che lotta per i diritti (...)"; "ho impersonato Fatos perchè noi italiani  proviamo repulsione per chi dovrebbe essere nostro vicino di casa. Se non accogliamo loro come possiamo accettare culture diverse, che bisogna sforzarsi di capire?".

 

15) Il lontano così vicino:

Questo "filone" si ispira a un messaggio: "la mostra è utile per sentire come il lontano sia vicino". In effetti, le distanze tra persone sono quelle che ci creiamo dentro e la speranza è che "la mostra serva a far capire che la diversità rende gli uomini uguali"; e poi: "quanto ci vuole poco per condividere i ruoli degli altri! Eppure siamo così chiusi in noi stessi e così lontani dal capire la realtà altrui!"; "quello che ho vissuto continuerà ad esserci finchè non si capirà che siamo tutti uguali e che dobbiamo aprirci uno all' altro".

 

16) "Sola andata": tra realtà e finzione:

Il "viaggio" virtuale mostra la distanza tra realtà e gioco di ruolo: "un confronto tra realtà (...) e fine del percorso-finzione, dopo il quale si torna alla tranquillità della propria vita"; i visitatori: "possono dire quel che vogliamo, tanto la prigione, gli interrogatori e il resto durano solo pochi minuti". Altri dicono: "la realtà supera l' immaginazione? Non credo. Però le mie lacrime sono vere". Ma immedesimarsi è istruttivo: "sappiamo tutto sulla sofferenza, la paura, la guerra. Tv, giornali, radio dicono tutto (...). Ma non sappiamo nulla prima di vivere le esperienze sulla nostra pelle!".

 

17) Immedesimarsi negli attori della mostra:

Gli "attori" sono gli operatori che hanno impersonato agenti, doganieri e funzionari, ricevendo elogi per la loro credibilità: "siete bravissimi, ma secondo me siete tutti un po' cattivelli"; "cambiate il controllore alla dogana. E' terribile"; "il ragazzo di colore prima del campo rifugiati è uno spasso"; "gli animatori sono molto convincenti e anche terrorizzanti(...)"; "gli attori sono coinvolgenti e anche la mostra". Tante lodi anche per la "bella" poliziotta all' ingresso. Molti sono stati toccati dall' esperienza della questura e del carcere; altri hanno lamentato di non essere stati imprigionati.

 

18) "Grazie" alla mostra e agli organizzatori:

"Sola andata" è piaciuta per la sua originalità, ma i meriti sono anche degli operatori, dei promotori e del Cies: "mi avete fatto capire quale realtà vivono gli stranieri"; "bravi, siete stati quasi tutti particolarmente antipatici, soprattutto il 'simpaticone' dell' aereoporto! Comunque, è un viaggio interessante per qualche razzista (...)". Complimenti al Cies: "ha organizzato un' iniziativa che mi ha fatto  capire quanto sono fortunato ad avere lavoro e ad essere italiano"; "formidabili gli attori della questura"; "quando ci arrestate, evitate gli sguardi acidi, che noi non siamo immigrati!".

 

19) Imparare giocando: l'aspetto ludico della mostra:

Il divertimento si è unito al valore di un gioco accrescitivo e didattico: "giocare aiuta sempre a crescere"; "forse noi occidentali non siamo moralmente attrezzati a giocarci, in tutte le sue fasi e con le sue regole difficili"; "un' esperienza così vera nel suo essere gioco". Però si rischiava che i giovani sottovalutassero il problema: "attenzione che i ragazzi non vivano troppo come gioco la mostra e non capiscano del tutto il problema (...)"; "l' esperienza è stata bellissima (...), ma è presa troppo per gioco e molti non capiscono davvero i problemi di questa gente".

 

20) Il valore culturale, etico, sociale, politico della mostra:

La mostra ha avuto una dimensione "polisemica", culturale, morale, sociale, politica (relativa ai doveri dei governanti): "secondo me questa esperienza può avere valore politico (...) e il senso di un rivoluzionamento culturale"; "ho conosciuto l' occidente, la sua miopia. La sua desolazione: l' Italia è bella solo in Tv"; "esistono esperienze che pongono interrogativi sulla propria consapevolezza sociale, questa è una di quelle!"; "ora apprezzo di più un valore che troppo spesso do' per scontato: la libertà"; infine: "se appartenere alla società civile vuol dire sentirsi superiori, allora noi siamo selvagge".

 

 

 

b) Indice ragionato delle idee ricorrenti nei Quaderni 

 

In questo indice non è segnata la frequenza delle "idee", poiché le pagine dei quaderni non sono numerate. Le parole "chiave" sono state ripescate da un contenitore  grande (3) - i quaderni appunto - dentro cui sono confluite indistintamente sensazioni forti dettate ora dalla mostra in generale, ora dalla esperienza del gioco di ruolo, ora dalla storia del personaggio interpretato, ora dalla realtà multirazziale dei nostri giorni e dalla difficile convivenza con gli extra comunitari, ora, infine, dall' organizzazione di "Sola andata" e dall' abilità di tutti gli operatori.

Lo abbiamo chiamato Indice ragionato, perché molti termini sono spiegati secondo l'uso fattone dai  visitatori.

Servendoci dei vocaboli indicizzati come tasselli di un puzzle potremmo costruire uno e più discorsi sui problemi illustrati dalla mostra. Ma il nostro discorso lo hanno già scritto le migliaia di "viaggiatori" avvicendatisi nel percorso -poco meno di 38 mila le presenze tra studenti di ogni ordine e grado, docenti, adulti, genitori-; percorso che non è stato di "sola andata" ma ha avuto un "ritorno" di emozioni, riflessioni e perfino di responsabilizzazione e coscientizzazione, come questo Indice da solo basterebbe a evidenziare.

 

 

-ABBANDONO(4): senso di abbandono provato durante il percorso;

-ACCOGLIERE: importanza dell' accoglienza verso lo straniero;

-CAMBIAMENTO della gente: obiettivo favorito dalla mostra;

-COLPEVOLEZZA degli uomini verso gli stranieri;

-CONFUSIONE MENTALE: in cui si trovano gli stranieri;

-CRESCERE: accogliere gli altri è un' esperienza accrescitiva;

-DEMOCRAZIA: la mostra insegna che non esiste;

-DIRITTI ACQUISITI: la mostra li fa apprezzare di più;

-EMPATIA: la mostra  favorisce il processo di empatia;

-ESSERE ALLA MERCE' DEGLI ALTRI: condizione dello  straniero;

-"EX COMUNITARI": sta per extracomunitario; sembra indicare chi non appartiene più a una comunità, vivendo una condizione in cui non è riconosciuto neppure come uomo;

-IDENTITA' : concetto ampliato dalla mostra;

-IMPATTI DOLOROSI: per arrivare alla verità delle situazioni;

-INGANNO: è la vita di cui è vittima lo straniero;

-INGIUSTIZIA: sensazione suscitata dalla mostra;

-IPOCRISIA: nei rapporti interpersonali;

-LETARGO: in cui è sprofondata l' Italia;

-LONTANO: il lontano che invece ci è molto vicino;

-"MI SONO MIMETIZZATO MOLTO": per dire "mi sono immedesimato", come se durante la mostra non si volesse esser riconosciuti;

-MONDIALITA': un valore a cui aspirare;

-(la) MOSTRA: definizioni e attributi riferiti ad essa (5): ANGOSCIANTE; APPASSIONANTE; "APRE I NOSTRI OCCHI CHIUSI DI EUROPEI"; AVVENTURA (commovente; convincente; costruttiva; creativa; cruda; distruttiva; diversa; divertente; dolorosa; educativa; emozionante; fuori dal comune; negativa); EDUCAZIONE PERMANENTE: è una mostra per l' ed. permanente; ESPERIENZA: (che confonde;  che rapisce; entusiasmante; esperienza di vita; "esperienza extracomunitaria"; faticosa; formativa; frenetica; incuriosisce;  insolita; istruttiva; liberatoria; profonda; senza confini; superlativa; triste; traumatica; un po' terroristica; veramente vera); GIOCO (bellissimo; gioco di ruolo; gioco per i visitatori e non per gli stranieri; gioco serio); GITA; GRANDIOSA; IMMEDESIMAZIONE e IMMEDESIMAZIONE VIRTUALE:  fa entrare nella  vita di un immigrato; IMPARARE GIOCANDO; IMPEGNATIVA; INIZIATIVA SOCIALMENTE UTILE; "INSEGNATIVA"; INSIGNIFICANTE; INSIPIDA; INTERAZIONE tra persone; "INTERLOCUZIONE INTERCULTURALE"; INUTILE; LAVORO SULLE EMOZIONI; LEZIONE SULL' INTERCULTURALITA'; MAGICA; MEDICINA UNIVERSALE CONTRO LA DISCRIMINAZIONE; MERAVIGLIOSA; MOSTRUOSA; NON ISTRUTTIVA; OCCASIONE DI RISPETTO; PERCORSO (vedi VIAGGIO): angosciante; brutto; destabilizzante; efficace; esplicativo; "ideale" -rispetto alla realtà; "reale"-quello dello straniero; sconfortante); PROGRAMMA CULTURALE; RICCHEZZA di informazioni; RIFLESSIONE: favorita dalla mostra; SCIOCCANTE; SCONVOLGENTE; SCOPERTA DI CULTURE "ALTRE"; TEATRO: la mostra come modo giusto di vivere il teatro e la rappresentazione; UTILE; VELOCE; VIAGGIO (cfr. anche PERCORSO): (appassionante; avventuroso; avvincente; bello; breve; "coinciso" e concreto; "con un ritorno"; corto; crudele; diverso; duro; faticoso; illuminante; intelligentissimo; interattivo; magico; monotono; viaggio nel buio; realistico; troppo facile; viaggio umano);

-MURO: innalzatosi nella società contro il diverso;

-OCCHI DELLA COMPRENSIONE: con cui guardare all' altro;

-PACE: come esigenza degli uomini;

-"QUASI INDESIDERATO": sensazione che la mostra rende bene;

-RABBIA: per non poter cambiare la realtà degli immigrati;

-RISPETTO: valore a cui educa la mostra;

-SERENITA': condizione che cercano gli emigrati;

-SMARRIMENTO:"non so più chi sono, dove sono, mi sono persa";

-SOCIETA' INTERETNICA: quella a cui dovremmo avviarci;

-SOCIETA' MULTIETNICA: quella a cui si deve educare;

-SOLITUDINE: condizione degli emigranti;

-STRANIERO "SCANZATO": condizione di alcuni stranieri;

-"TERRA PROMESSA": la meta ideale degli immigrati;

-TRADIZIONI: quelle di cui l' emigrante sente la mancanza;

-UMILTA': condizione che la mostra fa vivere;

-VERGOGNA: provata  dai visitatori come dagli immigrati;

-"VIA CRUCIS DEL 2000" : la storia degli stranieri;

-"VIAGGIATORI DELLA SPERANZA": definizione di extracomunitari;

-VOGLIA DI PIANGERE: bisogno attribuito agli immigrati.

 

 

 

NOTE:

 

(1) Il contributo è un estratto dell' originale in italiano, pubblicato in Sola Andata: Un viaggio diverso dagli altri. Dossier conclusivo, realizzazione a cura del Cies (Centro Informazioni Educazione e Sviluppo), Roma, 1998, pp. 15/34. A questa pubblicazione si rinvia per una lettura più analitica dei 20 temi individuati e dell' Indice ragionato.

(2) Vedi nota precedente.

(3) I messaggi dei visitatori hanno riempito 12 quaderni, e per l'esattezza: Q1 (Q = Quaderno):  dal 29\10 al 30\11 1997; Q2: dal 1 al 20\12 '97;  Q3: dal 21\12 '97 al 23\1 '98; Q4: dal 24\1 al 3\2;  Q5: dal 4 al 14\2;  Q6: dal 14 al 28\2;  Q7: dal 29\2 al 12\3;  Q8: dal 13 al 18\3; Q9: dal 19 al 29\3;  Q10: dal 30\3 al 10\4; Q11: dal 14 al 23\4; Q12: dal 24 al 30\4 (quaderno compilato per metà).

(4) Le "idee ricorrenti" sono state desunte dalle frasi dei quaderni, alcune delle quali riportate nelle pagine precedenti. L' indice alfabetico costituisce anche il materiale genetico del lavoro sui filoni tematici ed è servito come griglia di controllo per l'analisi e la sintesi critica. Qui riportiamo solo alcune tra le principali "voci" trovate (vedi nota 1), privilegiando la parola "mostra" molto usata nei quaderni.

(5) Il termine "mostra" ha uno spazio ampio, occupato da definizioni e attributi a essa riferiti e collocati in ordine alfabetico ma cumulativamente.  I sinonimi della voce più ricorrenti sono in grassetto, seguiti dalle loro qualificazioni specifiche tra parentesi. Dopo "mostra", l' elenco  riprende l' ordine letterale generale.