UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA

“LA SAPIENZA”

Facoltà di Lettere e Filosofia

 

Corso di laurea in Filosofia

Tesi di laurea in Pedagogia generale

 

IL GRAMSCI DEI GIORNALI

UNA RASSEGNA STAMPA ITALIANA (1996-2000)

 

Relatore                                                     Correlatore

Prof. NICOLA SICILIANI de CUMIS        Prof. ARMANDO GNISCI

 

Candidata

ALESSIA CITTARELLI

10123873

 

 

ANNO ACCADEMICO 2000/2001

INDICE

 

 

Introduzione                                                                                  p. VII

 

PARTE PRIMA

GRAMSCI E I GIORNALI

 

Capitolo primo

I giornali secondo Gramsci                                                                                         3

Capitolo secondo

Gramsci nei giornali                                                                                                 15

 

PARTE SECONDA

GRAMSCI NEI GIORNALI ITALIANI

Capitolo terzo

Rassegna stampa 1996                                                                                             25

Capitolo quarto

Rassegna stampa 1997                                                                                             51

Capitolo quinto

Rassegna stampa 1998                                                                                           121

Capitolo sesto

Rassegna stampa 1999                                                                                           131

Capitolo settimo

Rassegna stampa 2000                                                                                        157

 

PARTE TERZA

DOCUMENTAZIONE, INTERPRETAZIONI, RICERCHE

Nota introduttiva                                                                                                   207

Capitolo ottavo

Articoli di interesse culturale                                                                               211

Capitolo nono

Articoli di interesse politico                                                                                 215

Capitolo decimo

Articoli di interesse personale                                                                             223

Capitolo undicesimo

Articoli di altro tipo                                                                                             227

Capitolo dodicesimo

Approfondimenti                                                                                                   231

 

Appendice                                                                                                            273

 

Biblio-emerografia                                                                                              287

 

Indice dei nomi                                                                                                     309

 

Indice tematico                                                                                                     321

 

Indice delle Tavole                                                                                               329

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Introduzione

 

 

Il tema principale del pensiero di Antonio Gramsci è la ferma convinzione che non sia possibile costruire una società davvero nuova senza prima creare un’originale tipo di cultura, un’etica, una concezione del mondo in grado di esprimere dei valori universali e di fondare su di essi la struttura compiuta e organica di una nuova civiltà.[1] Gramsci insiste sull’importanza di una riforma intellettuale, non più limitata, come nel passato, ad una piccola élite intellettuale delle classi dominanti, ma estesa alle masse popolari e alla loro mentalità. Ma se il problema di una riforma generale delle istituzioni scolastiche rappresenta l’argomento centrale delle sue indagini, l’intellettuale sardo non dimentica anche gli altri strumenti e gli altri metodi necessari alla costruzione di una nuova classe dirigente e all’elaborazione di una nuova forma di coscienza storica.

 

 

 

 

 


Lettore attento di quelle riviste che avevano espresso l’esigenze di rinnovamento di alcuni gruppi intellettuali italiani, ma anche animatore dell’unico organo di stampa della sinistra italiana che abbia affrontato il problema della formazione di una cultura proletaria, Gramsci sa bene che la diffusione delle idee nelle grandi masse è legata all’efficacia di una pubblicistica intelligente, in grado di ottenere il consenso dei diversi strati dell’opinione pubblica, compiendo una costante opera di persuasione.

Questi compiti essenziali possono essere svolti solo da un’efficiente organizzazione di stampa, grazie alla funzione educatrice e culturale del giornale.

La notevole influenza che il giornale esercita nell’orientamento culturale e sociale dell’opinione pubblica trova testimonianza nel seguente passo:

 

Gli agricoltori meridionali non avevano efficienza politica prima della guerra. Unico organo che propagasse le idee utili alla loro attività era un settimanale, l’Unità di Gaetano Salvemini. Gli agricoltori meridionali avevano un vizio, che è mortale in regime capitalistico: disponevano di pochissimi quattrini, erano disorganizzati, la loro produzione era arcaica e poco redditizia. La guerra ha mutato alquanto queste condizioni; ha portato quattrini in molte borse, e di più ha stimolato lo spirito d’iniziativa e la volontà capitalistica di arricchimento. Oltre l’Unità, diventata sempre più importante nella vita nazionale per le simpatie che destano le sue campagne focose e perseveranti nel tempo stesso tra i giovani e gli intellettuali, gli agricoltori hanno oggi a disposizione due grandi quotidiani: il Tempo di Roma e il Mezzogiorno di Napoli, ambedue nati in quest’ultimo anno. Gli agricoltori meridionali sono decisi a dar battaglia, e battaglia strenua; i memoriali delle loro Camere di commercio sono espliciti; quelle delle Camere di Bari e di Cagliari rimarranno nella storia dell’economia italiana.[2]

 

Il presente lavoro è nato proprio dall’esigenza di approfondire la tematica “Gramsci e i giornali”, come testimonianza di una ricontestualizzazione del pensiero

 

 

gramsciano. A tal proposito si è effettuata una ricerca avente come base sì, la lettura delle opere gramsciane, ma, soprattutto, una “lettura giornalistica”[3].

Strumento primario le Lettere e i Quaderni del carcere; che con il «sarcasmo appassionato» di certe polemiche, la delicatezza dei sentimenti, la sagacia politica e la loro cultura viva e versatile rappresentano ancora oggi un documento vivente dell’esistenza dell’intellettuale sardo. Le Lettere costituiscono un’indagine teorica originale, un intenso documento biografico di un protagonista della storia politica e culturale del Novecento; nell’epistolario Gramsci ostenta una profonda sensibilità e un’elevata conoscenza dei problemi sociali, per i quali ha saputo lottare con ferrea volontà, sacrificando la propria vita e i propri affetti familiari, lasciandoci un messaggio educativo che fa di lui uno dei maggiori pensatori del nostro tempo. Il nucleo del pensiero gramsciano è contenuto nei Quaderni del carcere, una preziosa ricognizione teorica della sua realtà sociale e politica; prova del coraggio e della dignità, della forza inesauribile di un uomo che non si piegò alla violenza e alla sopraffazione

Le Lettere e i Quaderni sono stati un “mezzo” indispensabile per arrivare alla rapida dimostrazione dell’obiettivo filologico: l’individuazione dei luoghi in cui i termini della questione “i giornali in Gramsci” vengono a configurarsi con immediata evidenza. La suddetta operazione ha costituito uno strumento utile al reperimento di tutti i momenti in cui Gramsci ha espresso una propria opinione sulla questione di cui sopra.

 

 

 

 

 

 

Considerando che:

 

in primo luogo è la ripetizione “disciplinata”, “paziente”, “ordinata” ma “non passiva”, “libera”, “vivente”, una delle principali, se non addirittura la principale delle categorie pedagogico-antipedagogiche-didattico-antididattiche gramsciane[4],

 

la ricerca è stata ampliata su tutte le opere di Gramsci e, in modo particolare, su un referente biblio-emerografico: i giornali, presi come test dell’attenzione della pubblica opinione che segue l’intellettuale sardo nei momenti importanti della sua vita e nelle situazioni in cui le sue azioni sono strettamente legate ad implicazioni sociali.

Gramsci diviene il soggetto della ricerca e i giornali assumono il ruolo di media, mezzi espressivi atti a comunicarne la realtà; da una lettura attenta e meticolosa della stampa si ottengono elementi basilari per la ricostruzione e l’interpretazione di fatti, azioni e situazioni storiche.

Il primo risultato scaturito dall’esame della rassegna stampa dal 1996 al 2000, è stato quello di aver focalizzato le differenti priorità che ciascun giornale riserva all’immagine di Gramsci; alcuni lasciano trasparire un quadro completo su quella determinata immagine, dotato di critiche e discussioni, altri, invece, un atteggiamento di ossequio e di accettazione priva di commento, lasciandone un quadro sfocato. Al di là delle diverse interpretazioni che ciascun giornale può ritenere appropriate per una determinata immagine o notizia, esso svolge comunque una funzione di chiarimento ideologico e di diffusione, a vari livelli, di un nuovo tipo di cultura, destinato a formare una diversa coscienza critica e morale.

L’analisi è stata effettuata su quaranta testate, per lo più quotidiani, che offrono un rendiconto bibliografico del grande interesse suscitato da “questo figlio” della Sardegna, dirigente e teorico politico, filosofo moderno e rinnovatore del marxismo, che ha

 

contribuito ad avvicinare la cultura della sua terra a quella europea e a quella mondiale. L’Unità, Liberazione, Il Corriere della sera, il manifesto, Il Giornale; La Repubblica, La Stampa, Il Messaggero e Roma sono le testate con un maggior numero di articoli. Le restanti, Il Mattino, Il sole-24 ore, Il Secolo d’Italia, Il Secolo XIX, Avvenire, Il Quotidiano, Il Giorno, L’Opinione, Il Borghese, Il Tempo, La Gazzetta del Mezzogiorno, L’Umanità, Cultura e Società, L’Espresso, Avvenimento, Specchio, Sette, Il Resto del Carlino, La Nazione, Panorama, Il Foglio quotidiano, L’Osservatore Romano, La discussione delle idee, Calabria, Alias, Italia, Il Giornale d’Italia, La Rinascita della Sinistra, Vita dell’infanzia, Avanti, La Voce Repubblicana, sono state catalogate sotto il nome “altri” per semplificare il lavoro.

Una lettura attenta dei 317 articoli che, direttamente o indirettamente, trattano di Gramsci, delle sue implicazioni e della sua fortuna ha permesso di conoscerne lo spirito e di valutarne la modernità, rendendone possibile una ricontestualizzazione nell’attuale realtà socio-culturale e politica.

Per un’interpretazione dettagliata della rassegna stampa a livello contenutistico, è stata effettuata una suddivisione degli articoli in articoli di interesse culturale, politico, personale e di altro tipo, cercando di collegare il contenuto delle notizie (di cronaca, critiche, o come semplice mediazione della quotidianità) ai punti salienti della vita, del pensiero e della politica del “prigioniero di Turi”. Questi molteplici aspetti trovano il loro centro unificante in quella che Gramsci chiamava “filosofia della praxis”: raccogliere, rielaborare convogliare spinte e stimoli a creare nuove e liberate forme di vita.

Un così specifico lavoro emerografico richiede necessariamente un confronto con l’utile e prezioso strumento elaborato da John Cammett, la Bibliografia gramsciana 1922-1988 (aggiornata successivamente fino ai nostri giorni), per constatare quali e quante sono le caratteristiche in comune, ovviamente senza tralasciarne i limiti. In questo modo è stato possibile creare un excursus della produttività delle pubblicazioni

su Gramsci, partendo dagli esordi (prima del 1937), quando il suo nome compariva in appena 44 pubblicazioni, ai primi passi, dopo la sua morte, tra il 1937 e il 1938, con ben 75 lavori, che testimoniano la forza della sua personalità. A partire da allora si ha un crescendo di testimonianze fino alla straordinaria produzione degli anni 1977, 1987 e 1997, che hanno segnato rispettivamente il quarantesimo, il cinquantesimo e il sessantesimo anniversario della morte di Gramsci. E’sufficiente leggere solamente i titoli degli articoli segnalati in questa raccolta bibliografica per avvertire la vastità della fortuna di un grande intellettuale.

Nella Bibliografia di Cammett sono incluse anche le 2738 voci non-italiane, rappresentanti il 38 per cento del totale, in grado di offrire un quadro imponente di interesse mondiale. Delle suddette voci il 13 per cento è in lingua inglese, ma non mancano il francese, il tedesco, il greco, il polacco, il russo, l’ungherese e le diverse lingue jugoslave. Nel presente lavoro l’oggetto della ricerca è stato delimitato preliminarmente ai soli giornali italiani per contenerne l’ampiezza.

L’aggiunta indispensabile di un Indice dei nomi fa si che la biblio-emerografia non sia solo un semplice elenco di pubblicazioni disposto in ordine cronologico, ma costituisca la base per una futura ricerca scientifica su un gran numero di soggetti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Capitolo secondo

Gramsci nei giornali

 

 

Ho nuovamente scritto con una certa intensità per i nostri giornali, vincendo una certa forma di afasia mentale che mi dominava da qualche tempo: mi pareva di non essere più capace di scrivere qualcosa di interessante e di letterariamente passabile e questo sentimento era diventato addirittura morboso.

(Lettere 1908-1926)

 

 

Nelle pagine che seguono viene effettuata un’analisi e una sintesi degli articoli riguardanti la figura di Antonio Gramsci.

Gli articoli esaminati rientrano nella rassegna stampa italiana degli anni compresi dal 1996 al 2000. Il criterio di presentazione della suddetta sintesi segue un ordine cronologico e una numerazione progressiva.

L’obiettivo è quello di evidenziare, attraverso l’analisi degli articoli, gli aspetti più significativi della vita, della dottrina, della filosofia, della politica, della fortuna dell’intellettuale sardo e della loro influenza nel mondo.

Lo studio si articola in tre distinti momenti:

a.       Reperimento degli articoli su Gramsci ;


b.      Lettura degli articoli che, direttamente o indirettamente, trattano di Gramsci, delle sue implicazioni, della sua influenza e della sua diffusione;

c.       Analisi degli stessi a livello di contenuti e di giudizio espresso.

Tale criterio permette di conoscere in profondità Antonio Gramsci, di capirne lo spirito e soprattutto di valutarne la modernità e rende possibile una ricontestualizzazione del pensiero gramsciano nell’attuale realtà socio-culturale e politica.

La ricerca si qualifica come un’analisi del modo in cui Gramsci è presente nei giornali italiani, che svolgono il ruolo di «media», mezzi espressivi atti a comunicare la realtà di Gramsci, assunto come soggetto dell’attenzione della pubblica opinione. Dalla lettura attenta e rigorosa della stampa si ottengono elementi per la ricostruzione e l’interpretazione di avvenimenti, azioni, situazioni storiche e atteggiamenti

La delimitazione dell’oggetto della ricerca ai soli giornali italiani si è imposta preliminarmente per contenere l’ampiezza del lavoro di rilevazione. Le testate prese in considerazione sono quaranta, con una netta prevalenza di quotidiani. Gli articoli in totale sono 317, 52 per il 1996, 120 per il 1997, 16 nel 1998, 48 nel 1999 e 81 per il 2000.

I giornali con un maggior numero di articoli sono l’Unità, il Corriere della sera, Liberazione, il manifesto, Il Giornale, La Repubblica, La Stampa, Il Messaggero e Roma, tuttavia esiste una chiara distinzione in relazione all’anno esaminato.

Il 1996 presenta una superiorità di articoli tratti da l’Unità e dal Corriere della sera, seguono il manifesto e Liberazione. Le altre testate hanno una media di due articoli ciascuna; l’anno 1997 pone l’attenzione su Liberazione, seguono Il Giornale, il manifesto e Roma; il 1998, è l’anno con un minor numero di articoli, tratti per lo più dall’Unità. Anche nel 1999 c’è un cospicuo numero di articoli tratti dall’Unità, segue Il Giornale, il Corriere della sera, Liberazione e tutti gli altri con due o tre articoli. Per quanto riguarda l’anno 2000, come per il 1997, le testate prevalenti sono l’Unità, Liberazione e il manifesto, le altre sono dotate di pochissimi articoli: ciò è dovuto al fatto che molti giornali fanno riferimento a Gramsci solo in occasioni particolari o in un determinato periodo.

I risultati di tale operazione di conteggio sono esposti nella Tabella 1, in cui si presenta l’elenco dei giornali del campione, il numero degli articoli per ogni anno e per ogni singola testata, ed il numero totale degli articoli . Per semplificare il lavoro si è ritenuto appropriato catalogare sotto il nome “altri” tutte le testate con un numero irrilevante di articoli.

I risultati della Tabella 1 sono rappresentati in due grafici (istogrammi): la Figura 1 mostra la ripartizione percentuale del totale degli articoli per testata; la Figura 2  la ripartizione percentuale del totale degli articoli per anno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Tabella 1.

Elenco dei giornali del campione

 

 Testate

Anni

Totale

 

1996

1997

1998

1999

2000

articoli

 

l'Unità

12

10

4

13

22

61

 

Liberazione

4

27

1

3

15

50

 

Corriere della sera

11

10

0

4

9

34

 

il manifesto

6

12

1

1

15

35

 

Il Giornale

0

12

1

6

0

19

 

La Repubblica

3

5

0

2

5

15

 

La Stampa

3

5

0

2

4

14

 

Il Messaggero

3

7

0

1

0

11

 

Roma

0

11

0

0

0

11

ALTRI

Il Mattino

0

0

0

2

3

5

Il sole-24 ore

0

2

0

2

1

5

Il Secolo d'Italia

1

2

1

2

0

6

Il Secolo XIX

0

4

0

0

0

4

Avvenire

0

0

2

2

0

4

Il Quotidiano

0

0

0

0

4

4

Il Giorno

0

3

0

0

0

3

L'Opinione

2

1

0

0

0

3

Il Borghese

0

0

0

3

0

3

Il Tempo

1

1

0

0

0

2

La Gazzetta del Mezzogiorno

0

2

0

0

0

2

L'Umanità

2

0

0

0

0

2

Cultura e Società

0

2

0

0

0

2

L'Espresso

0

1

1

0

0

2

Avvenimento

0

0

2

0

0

2

Specchio

0

0

0

2

0

2

Sette

0

0

0

1

1

2

Il Resto del Carlino

1

0

0

0

0

1

La Nazione

1

0

0

0

0

1

Panorama

1

0

0

0

0

1

Il Foglio quotidiano

1

0

0

0

0

1

L'Osservatore Romano

0

1

0

0

0

1

La discussione delle idee

0

1

0

0

0

1

Calabria

0

0

1

0

0

1

Alias

0

0

1

0

0

1

Italia

0

0

1

0

0

1

Il Giornale d'Italia

0

0

0

0

1

1

La Rinascita della Sinistra

0

0

0

1

0

1

Vita dell'infanzia

0

0

0

1

0

1

Avanti

0

0

0

0

1

1

La Voce Repubblicana

0

1

0

0

0

1

 

Totale articoli

52

120

16

48

81

317


Figura 1.

Ripartizione percentuale del totale degli articoli per testata.

 

 

Figura 2.

Ripartizione percentuale del totale degli articoli per anno.


A questo punto del lavoro si è manifestata l’esigenza di confrontare  l’ emerografia del presente lavoro (rassegna stampa 1996- 2000) con quella della Bibliografia gramsciana di John Cammett, constatando quali e quante sono le caratteristiche comuni, senza tralasciarne i limiti.

Chiunque abbia studiato e studi Gramsci ha potuto constatare quanto utile e prezioso sia lo strumento elaborato da John Cammett, la Bibliografia gramsciana 1922-1988 (aggiornata successivamente, con la collaborazione di Maria Luisa Righi, fino al 1993) . Grazie all’apporto della Fondazione Gramsci che si è adoperata per perfezionarla e completarla, ora si è in grado di offrire ulteriori vantaggi per la conoscenza e lo studio del pensiero di gramsciano.

La mole stessa dell’opera, in cui sono raccolti oltre settemila contributi che coprono il periodo 1922-1988, redatti in 28 lingue diverse, testimonia l’interesse mondiale suscitato da questo nostro grande contemporaneo, la cui fama supera largamente confini nazionali, ambiti specialistici e, dunque, appartenenze di partito.

Nella prefazione dell’opera Nicola Badaloni elenca alcune delle motivazioni della fortuna di Antonio Gramsci, e ravvisandole anzitutto nella approfondita critica al materialismo dialettico nella versione dogmatica affermata dal “socialismo reale” e nel rinnovamento del marxismo. In secondo luogo Gramsci continua ad offrire stimoli di riflessione per la sua analisi spregiudicata della storia d’Italia considerata alla luce delle categorie di egemonia e del rapporto fra dominanti e dominati; né smette di sorprendere la sua capacità di spaziare nella situazione europea e mondiale, dalla Francia agli USA, ai paesi di lingua spagnola, fino al gaudhismo e al tolstoismo.

E’ rilevante riassumere la “produttività annua” delle pubblicazioni su Gramsci: prima del 1937 l’intellettuale sardo era quasi sconosciuto nel movimento comunista internazionale, tanto da venir citato solo in 44 pubblicazioni. Dopo la sua morte tra il 1937 e il 1938 uscirono ben 75 lavori su Gramsci. Il vero e proprio slancio però si ha nel 1966, quando la produzione annua arriva alle 100 pubblicazioni. Da qui fino al 1980 susseguono più di 200 titoli l’anno. L’apice della produttività gramsciana si ha negli anni 1977 e 1987, rispettivamente gli anni del quarantesimo e cinquantesimo anniversario della morte di Gramsci: a tal proposito non si può non sottolineare la straordinaria produzione del 1997, che ha segnato il sessantesimo anniversario della morte.

Non mancano nella Bibliografia le voci straniere, che rappresentano il 38% del totale; la maggior parte di esse sono in lingua inglese, ma anche il francese, il tedesco, il greco, il polacco, l’ungherese, lo spagnolo, il russo sono ben rappresentate. Le lacune riguardano le lingue dei paesi dell’Est (Bulgaria, Romania, Cecoslovacchia), e le lingue africane e asiatiche, nonché olandesi e scandinave.

Nell’ “Indice delle lingue” ci sono tutti i contributi elencati numericamente secondo la lingua in cui sono state pubblicate. Segue un “Indice dei nomi di curatori e traduttori e dei soggetti” disposto in ordine alfabetico secondo il cognome degli autori.

Questa varietà trova il suo centro unificante in quella che Gramsci chiamava “filosofia della praxis”: raccogliere, rielaborare, convogliare, ovunque si manifestino, spinte e stimoli a creare nuove e liberate forme di vita.

I risultati di questo esperimento di “confronto” sono riportati nella seguente Tabella 2, in cui vengono evidenziati, anno per anno, il totale degli articoli presenti nella Bibliografia gramsciana, il totale degli articoli contenuti nel presente lavoro emerografico, il numero di articoli in comune, il numero di articoli in più e quelli mancanti rispetto alla Bibliografia di Cammett, senza escludere il numero di articoli tratti da giornali non presi in considerazione (naturalmente non per scelta, ma per la difficoltà nel reperire il materiale necessario) .

 

 

 

 

 

 

Tabella 2.

Anni

Totale articoli nella Bibliografia gramsciana

Totale articoli

nella presente emerografia

Articoli in comune

Articoli in più

Articoli mancanti

Articoli di altri giornali

1996

93

52

32

20

38

23

1997

278

120

73

47

125

80

1998

20

16

5

11

6

9

1999

76

48

27

21

24

25

2000

18

81

4

78

14

2

Totale

485

317

141

177

207

139

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Capitolo quinto

Rassegna stampa 1998

 

 

1.   Parigi salva Gramsci dagli orrori del comunismo, «l’ Unità», 23 gennaio 1998, editoriale di Michele Ruggiero.

 

Robert Paris, storico francese di sinistra, ha curato per Gallimard la pubblicazione dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, ora completata con l’ultimo volume. Paris non ha trascurato di rievocare anche le peripezie del suo viaggio nel pensiero di Gramsci iniziato un trentennio fa, rivelando come in Italia, per motivi di “copyright ideologico”, gli abbiano messo i bastoni tra le ruote mentre si accingeva all’impresa.

Si può dire che “il fuoco divampato” torni in stretta attualità da un’altra angolazione, grazie all’iniziativa, cui hanno partecipato numerosi studiosi torinesi,


voluta congiuntamente dalla Facoltà di Lettere e Filosofia e da tre istituti culturali della città, la Fondazione Gramsci, il Centro Godetti e la Fondazione Firpo. Un’iniziativa, che per i suoi promotori ha l’obiettivo di mostrare come l’interpretazione dei testi gramsciani abbia saputo rinnovarsi nel tempo rispondendo a nuovi problemi, e che ci aiuta a tracciare un profilo dell’intellettuale sardo, non coinvolto nel tracciato della politica staliniana. Anzi, quando reagisce, Gramsci lo fa differenziandosi dal modello che Stalin impone alla società sovietica e alla politica del comunismo mondiale.

 

2.   Un prete al posto di Gramsci, «Avvenire», 17 febbraio 1998, editoriale di Lorenzo Bedeschi.

 

Dopo diverse versioni di politici e di storici sul fallimento dello scambio fra i comunisti Gramsci e Terracini, detenuti nelle carceri fasciste, e due preti cattolici prigionieri nelle carceri sovietiche, ecco finalmente la versione che si può ritenere definitiva. Ce l’hanno data Aldo Natoli e Chiara Daniele, dopo aver esaminato con diligenza critica gli apporti archivistici nel frattempo emersi, in alcune fitte pagine delle 1.500 in carta india del volume che contiene il carteggio Gramsci-Tatiana Schultz (Einaudi, 1997).

Le trattative per lo scambio dei prigionieri non ebbero un esito buono; nel 1927 Mosca chiese al duce di rilasciare i due dirigenti, ma la risposta di Mussolini fu negativa: impossibile la commutazione di Gramsci e Terracini essendo su di loro pendente un giudizio del Tribunale speciale. Esclusa in ogni modo nei loro riguardi la pena di morte.

Ma nell’animo di Gramsci, restava il dubbio che l’operazione fosse fallita a causa della famosa lettera di Ruggiero Greco, abilmente ispirata dal partito Coominform: al fondatore del Partito comunista d’Italia i sospetti d’un autentico tradimento di un “compagno” rimasero fino alla morte.

3.      Chi ha ritrovato le radici di Gramsci, «Calabria», marzo 1998, lettera di Antonio Larocca.

 

La sua è una critica nei confronti degli scrittori che nel fare un articolo, sfruttano il lavoro altrui senza menzionarlo. Nel caso specifico si riferisce a chi ha realmente avuto il privilegio, e per primo, di trovare negli archivi, né casualmente e né fortunosamente, le radici calabre/arberesch di Antonio Gramsci.

 

4.      Gramsci come un maestro di samba, «Avvenimenti», 8 aprile 1998, editoriale di Renato Nicolini.

 

Domenica 15 marzo, a Firenze, nel quadro di un convegno su Gramsci, è stato proiettato Gramsci l’ho visto così, di Gianni Amico e Giorgio Baratta. E’ un film per la Tv di qualche anno fa, che ha resistito molto bene al tempo. Questa pellicola si lega molto bene con Samba di Gianni Amico: il Gramsci di Amico è sottratto alle dispute troppo filologiche, allontanato dall’assuefazione italiana, del modo in cui Gramsci è stato trasformato e ridotto, misurato su quello che accadeva dopo e non sul tempo della sua vita. Insomma, su Gramsci libero come il suo pensiero e molto colorato, dove identità e “meticciato”, conformismo e rivoluzione, si implicano reciprocamente.

 

5.      Le domande di Sofia, in op. cit. , 19 giugno 1998, editoriale di Luigi Alici.

 

Una lettera per spiegare il Progetto culturale della Chiesa italiana: un dialogo a distanza tra Sofia, una donna che ha vissuto tutte le tempeste ideologiche degli ultimi decenni, e il fratello Cristiano, credente. E’ la finzione attorno alla quale Luigi Alici, docente di filosofia morale all’Università di Macerata, ha sviluppato il suo intervento alla giornata di lavoro sul Progetto culturale promossa sabato scorso dalla Conferenza episcopale italiana. Un testo inusuale e stimolante, che pone anche un piccolo accento su Gramsci. Ad un certo punto Sofia afferma:

 

Non credo che nella chiesa siamo così ingenui da immaginare una nuova strategia egemonica: il Medioevo è finito da un pezzo e anche a noi Gramsci ormai appare sempre più lontano e sfocato. D’altra parte devo confessarti che oggi non so nemmeno che cosa significhi cultura: a volte essa mi appare come un reticolo friabile di addensamenti simbolici che riempiono gli interstizi del tempo libero, dove attingere un compenso emozionale che ci allontana dalla conflittualità violenta dilagante nel mondo della produzione e del lavoro.

 

 

6.      Le spine del Rosa, «Liberazione», 28 luglio 1998, editoriale di Marco Romani.

 

Il rosa diffuso è sempre più rosa di massa: una strana voglia di sentimentalismo spicciolo sta attraversando l’universo della comunicazione.

Ma a mettere in discussione la tesi che si tratti sempre e soltanto di un puro bisogno di evasione è la studiosa Eugenia Roccella che ha pubblicato un saggio documentato sulla Letteratura rosa (Editori Riuniti) in cui ribalta alcune consolidate certezze su un genere narrativo che vive da sempre su un paradosso: successo straordinario di pubblico e totale disprezzo della critica. Dice Roccella:

 

Il romanzo rosa è sempre un romanzo di formazione al femminile per giovani donne piene di incertezze, dubbi a cui nessuno risponde, oppresse da modelli ancora assai rigidi ai quali cominciano a contrapporsi, però, contradditori segnali che vengono dall’esterno.

 

Già Gramsci, in alcune note dei quaderni dedicate alla letteratura “nazionale e popolare”, aveva sostenuto che «il romanzo d’appendice sostituisce il fantasticare dell’uomo del popolo» e citando Freud e il movimento psicoanalitico, aggiunge che «il fantasticare è dipendente dal complesso d’inferiorità (sociale) che determina lunghe fantasticherie sull’idea di vendetta, di punizione dei colpevoli».

Se da un lato il rosa, per usare ancora un’espressione gramsciana, propina «un narcotico che attuisce il senso del male», dall’altro mostra delle possibilità, propone dei modelli, che seppur inimitabili, iniziano a fornire delle risposte diverse da quelle rigide volute dal regime fascista e dalla morale cattolica e impartite a scuola, in chiesa, in famiglia.

 

7.      Gramsci malato e Gesù Bambino, «il Giornale», 6 agosto 1998, editoriale di Emilio Cavaterra.

 

Al termine della sua vita, Antonio Gramsci è tornato alla fede. Un affermazione di questo tipo può essere fatta solo in base a due episodi riguardanti il periodo della permanenza del pensatore sardo nella clinica Quisisana di Roma.

Innanzitutto è doveroso ricordare la statua di Santa Teresa del Bambino Gesù, situata proprio nella camera numero 26, dove Gramsci fu ricoverato, verso la quale egli mostrava una simpatia umana, tant’è che non volle che fosse tolta e nemmeno spostata dalla sua stanza. C’è poi da ricordare il famoso bacio alla statuetta di Gesù Bambino, con evidenti segni di commozione, come testimonia testualmente suor Pinna. Con quel gesto inusuale Gramsci può aver fatto comprendere il suo desiderio nascosto e mai confessato, né manifestato, di morire cristianamente.

 

8.      Togliatti censurò Gramsci, «Secolo d’Italia», 1 settembre 1998, editoriale di Massimo Caparra.

 

«Gli anniversari – diceva Leopardi sono occasioni». Talvolta si riverberano però sull’attualità, specie se servono a rivelare verità nascoste e bene occultate menzogne. Nel caso di Antonio Gramsci, del quale comparve postumo, giusto cinquant’anni fa presso Einaudi, il primo volume dei Quaderni del carcere dove stanno le menzogne? Stanno nel fatto che l’intera opera del pensatore sardo venne censurata a Mosca per ordine di Palmiro Togliatti: e poi pubblicata, così vergognosamente mutila. Il Pci non ha mai avuto il coraggio, né lo ha oggi il Pds, di rivelare quei tagli che coprono le scomode verità relative ai contrasti assai profondi con il Pcd’I e il Pcus. Alla commissione di lettura lavorano le sorelle Elena e Rita Montanara, cognata e moglie di “Ercoli”.

 

9.      Le ceneri di Gramsci, «L’Espresso», 3 settembre 1998, editoriale di Gianni Vattimo.

 

E’ vitale per la salvezza del paese che le risorse della politica in Italia, vengano rafforzate. Questo proposito che Luciano Cafagna enuncia nel suo saggio sul socialismo italiano, accomuna tutti gli importanti contributi raccolti da Paolo Sonetti e Andrea Manzella sulle “Culture della Prima Repubblica”. Tra i tanti libri dedicati alla storia delle idee e della politica in Italia negli ultimi decenni, questo è uno dei più utili e illuminanti, per il taglio che gli autori hanno scelto: non troppo vicino all’attualità da risultare semplice cronaca e dibattito giornalistico, né troppo librato nelle altezze di un puro discorso teorico.

Queste culture non possono essere scomparse senza lasciare alcuna traccia, possiamo sperare che prima o poi esse diano  luogo alla ripresa di una politica non appiattita sul quotidiano. Che sappia ricollegarsi a una eredità tipicamente italiana come quella di Croce e Gramsci, che resta una risorsa specifica per il futuro di questa repubblica.

 

10.  Gramsci pubblico o privato, «l’Unità», 18 settembre 1998.

 

Esce in questi giorni in libreria Il prigioniero, una biografia di Antonio Gramsci scritta da Aurelio Lepre, in cui l’intellettuale sardo è descritto come un grande classico, anche se il suo pensiero politico è inattuale, non è utilizzabile in chiave immediatamente politica.

Gramsci è prigioniero di un sogno che non poteva essere realizzato, dell’idea che si potesse costruire l’uomo nuovo razionalizzando tutto; anche le passioni e i sentimenti. Questo è il vero dramma della vita di Gramsci. E’ la cosa che mina il suo rapporto con Giulia: lei comunista romantica come tutti i russi, lui comunista razionalista. Si scontrano duramente.

La prigione accompagna Gramsci per gran parte della vita: non possiamo dimenticare una coincidenza inquietante. La mattina del 25 aprile del 1937 viene firmata la liberazione del prigioniero che la sera stessa è colpito da emorragia celebrale. Morirà due giorni dopo, assistito da Tania. Incredibile: nel momento in cui può uscire di galera , muore senza assaporare l’aria della libertà. La fine della costrizione diviene anche la sua fine.

Antonio Gramsci è un grande personaggio italiano. Rappresenta l’altra Italia: quella forte, rigorosa, colta. Un’Italia che spesso ha perso, ma che resta la migliore. Ogni volta che rileggo la sua vita drammatica provo per lui un profondo rispetto. Gramsci deve essere prima di tutto rispettato: pochi se lo meritano quanto lui.

 

11.  I difficili rapporti con Giulia ma nessuno scandalo, in op. cit. , 18 settembre 1998, editoriale di G. Me.

 

Nel saggio di Aurelio Lepre Il Prigioniero, il primo inquietante interrogativo nasce dalle lettere inviate dall’intellettuale sardo a colei che sarebbe diventata sua moglie.

Difficoltà di rapporto ci furono con l’intera famiglia Schucht, e in particolare con Genia (sospettata di essere stata una spia del regime sovietico con l’ordine di controllare quel cognato geniale ma troppo critico verso Stalin), sorella di Giulia.

 

 

Ma le difficoltà e i problemi tra Antonio e Giulia non dipendevano tanto dai controlli voluti da Stalin, ma dalla grave malattia nervosa che affliggeva Giulia e dalle diverse versioni politiche. Nessuno scandalo privato, dunque, e neanche alcuno scandalo pubblico.

 

12.  «Gramsci, non rifarei la circolare», «l’Unità», 18 settembre 1998, editoriale di Paola Sacchi.

 

Berlinguer, il ministro “rosso” tra i giovani di An, si difende dalle accuse di quest’ultimi  affermando di non voler indottrinare nessuno:

 

Se mi chiedete se rifarei la circolare su Gramsci, vi rispondo di no. Penso di aver peccato d’ingenuità, perché Gramsci con tutto quello che rappresenta sarebbe stato commemorato lo stesso e voi non sareste stati presi dal sospetto che io volevo, cosa che non era assolutamente nelle mie intenzioni, far studiare nelle scuole solo Gramsci.

 

 

13.  L’anacronista chiaroveggente, «Alias», 3 ottobre 1998, editoriale di Aldo Natoli.

 

Nel 1966, 22 anni fa, comparve il libro di Giuseppe Fiori, Vita di Antonio Gramsci. Per oltre un trentennio quel libro è stato il principale veicolo di conoscenza sulla vita di Gramsci, in Italia e all’estero. Adesso lo stesso editore (Laterza) pubblica una nuova biografia di Gramsci, scritta da Aurelio Lepre: Il prigioniero. E’un buon libro e un libro utile. Naturalmente, non tutti i punti della vicenda gramsciani rimasti oscuri ne risultano chiariti, non tutte le soluzioni proposte persuasive, ma, nell’insieme, la ricostruzione è solida e quelle che appariranno come dissonanze sono sempre discutibili.

 

Questa oscurità è il lascito crudele di un’epoca la cui ferocia consuma ancora lentamente le sue vendette. Indicibile resterà lo strazio di Gramsci, sublimato dalla vana offerta finale di un incontro di anime sorelle, dove la passione di una vita si dissolva in una “carezza”. E noi dobbiamo chiederci: perché anche questo gli fu negato?

 

14.  Gramsci ingabbiato dal Migliore, «Avvenire», 17 ottobre 1998, editoriale di Gianni Santamaria.

 

Storia di un pensiero dietro le sbarre. E’ la categoria della prigionia che Aurelio Lepre utilizza per costruire la vita di un illustre comunista diviso tra affetti privati e fedeltà al partito: Il prigioniero. Vita di Antonio Gramsci.

Nel carteggio emerge l’isolamento, non solo dell’uomo ma anche della sua linea politica. L’amore per la moglie Giulia era indubbiamente il suo pensiero dominante. Ma i due vissero un distacco di cui era causa predominante l’intreccio tra sentimenti e impegno e i profondi dissidi. La parabola di Antonio e Giulia, dimostrando la trasformazione completa dell’uomo biologico in uomo politico, contribuisce a spiegare il fallimento dell’utopia comunista.

 

15.  “Fedeli” e “infedeli”, dietro l’incontro c’è una lunga storia ancora da scrivere, «Italia», 11 dicembre 1998, editoriale di “Lo Svizzero”.

 

Massimo D’Alema, presidente del Consiglio dei ministri, sarà ricevuto in udienza l’8 gennaio 1999, oltre le mura pontificie, da papa Wojtyla.

Egli è riuscito in un passo a fare ciò che la storia e il destino hanno precluso a Enrico Berlinguer, che si battè per migliorare i rapporti tra il Vaticano e la Repubblica italiana, consapevole che un’inimicizia tra quelle due realtà avrebbe avuto solo risultati nefasti.

 

I contatti riservati tra Pci e Vaticano risalgono ai tempi eroici di Antonio Gramsci: un giorno, quando gli storici potranno consultare gli archivi vaticani, attualmente fermi al 1922, sarà possibile saperne di più sull’interessamento della diplomazia vaticana alla liberazione di Gramsci.

 

16.  Marx e Gramsci, improprie riletture, «il manifesto», 18 ottobre 1998, editoriale di Paolo Favilli.

 

L’attualità è nello spirito del tempo; forse è lo spirito del tempo. Se proprio non si vuole sostenere la risoluzione completa della storia nell’attualità, ebbene l’attualità sembra scegliere nella storia i lineamenti considerati immediatamente funzionali.

Ultimamente sulle pagine culturali di un grande quotidiano italiano è apparsa un’intervista a Lucio Colletti su Marx. Coletti che sarà ricordato in una storia della cultura italiana della seconda metà del XX secolo esclusivamente come filosofo marxista. Indipendentemente dalla discutibilità delle sue tesi, Coletti ha piena consapevolezza delle dimensioni dei problemi relativi alla Questione Marx. Il giornalista culturale che lo intervista, invece, ne ha una totale inconsapevolezza ed è stupito dal fatto che Marx abbia potuto meritare anni di studi, e che si possa studiare ancora oggi, ormai pienamente inattuale. Lo stesso vale anche per il marxismo di Antonio Gramsci, in quanto appartenente in pieno ad un marxismo occidentale elaborato nel quadro comunista degli anni trenta.

E’ possibile che i tempi dell’attualità scientifica e i tempi dell’attualità politica abbiano notevoli difficoltà di coniugazione in questa fine secolo. Compito di una cultura consapevole, alta o giornalistica che sia, è quello di favorire i processi di tale congiunzione. Naturalmente senza delitti di onnipotenza consapevole anche delle ragioni profonde, strutturali, di cui s’innervano le stagioni ideologiche.


Capitolo decimo

Articoli di interesse personale

 

 

La prevalenza di articoli di interesse personale determina la rassegna stampa del 1998, ed è comprensibilmente evidenziata nel seguente grafico, Figura 3.d.

 

 

Figura 3. d.

Ripartizione percentuale degli articoli del 1998 per interesse.


Nei presenti articoli vengono esposti sommariamente alcuni episodi della vita di Antonio Gramsci: un grande personaggio italiano, che rappresenta l’Italia forte, rigorosa, colta. Un Italia che spesso ha perso, ma che resta la migliore.

Quarto dei sette figli di Francesco e di Giuseppina Marcias, Nino, come è chiamato in famiglia, nacque ad Ales, in provincia di Cagliari, il 22 gennaio 1891. Il padre, figlio di un colonnello della gendarmeria borbonica di origine albanese, lavorava nell’ufficio del registro di Ghilarza.

Dopo una giovinezza afflitta da infermità e angustie economiche si trasferì nel 1911 a Torino, grazie ad una borsa di studio che gli permetteva di iscriversi all’Università, nella facoltà di Lettere e Filosofia. Si appassionò inizialmente agli studi di linguistica, ma si legò poi ai più vivaci movimenti letterari e politici del capoluogo piemontese. I suoi studi universitari furono però rallentati da frequenti esaurimenti nervosi, mentre rinuncerà in fine a laurearsi perché impegnato sempre più nel giornalismo militante. Con determinati orientamenti preparò poi e diresse nel dopoguerra il periodico L’Ordine Nuovo, pubblicato il maggio del 1919 e il dicembre 1920, con il sottotitolo di “rassegna settimanale di cultura socialista”, legandosi al movimento torinese dei consigli di fabbrica il periodico voleva essere sia strumento di ricerca culturale sia organo di lotta politica.

Nel maggio del 1922, prima del colpo di stato fascista, partì per Mosca, dove si fermò fino al novembre 1923 come rappresentante Partito Comunista Italiano nel Comitato esecutivo dell’Internazionale comunista. Il soggiorno in Russia sarà importante sia per la sua formazione politica che per la sua vita privata, infatti si innamorò di una giovane violinista russa, Giulia Schucht, che diventò sua moglie e dalla quale ebbe due figli: Delio e Giuliano. In Russia Gramsci approfondì le sue conoscenze del leninismo e osservò gli sviluppi della dittatura del proletariato, ciò gli consentì di misurare diversamente i problemi dei comunisti italiani, collocandoli in una visione di più ampio respiro.

Intanto la dittatura fascista dominava la scena politica italiana e gli oppositori del regime furono incarcerati e uccisi: Gramsci partecipò alle riunioni dell’opposizione parlamentare, ma la sua lotta antifascista gli fu fatale e nel novembre 1926 fu arrestato dalle leggi eccezionali fascisti e, nonostante l’immunità parlamentare, rinchiuso a Regina Coeli. Al processo, tenutosi a Roma nel maggio-giugno 1928, fu condannato a 20 anni quattro mesi e cinque giorni di reclusione.

Destinato, per espiare la pena, alla casa penale di Turi (Bari), vi rimase fino al dicembre 1933, quando per gravi motivi di salute fu trasferito prima all’infermeria del carcere di Civitavecchia e poi, sempre in stato di detenzione, in una casa di cura privata di Formia. Nel 1934 inoltrò la domanda per la libertà condizionale che gli fu concessa: venne scarcerato nel 1937, progettò di ritornare in Sardegna per ristabilirsi, ma la sera del 25 aprile ebbe una crisi improvvisa e fatale; morì dopo due giorni.

Non si può dimenticare un inquietante coincidenza: la prigione lo accompagna fino al limite estremo della sua vita. Si spense, a causa di un’emorragia cerebrale, nella clinica Quisisana di Roma, il 27 aprile 1937. Da due giorni libero. Tutto ciò appare paradossale: nel momento in cui può finalmente ritenersi libero, muore. La fine della costrizione diviene anche la sua fine.

Le sue ceneri saranno tumulate nel cimitero del Verano. Dopo la Liberazione saranno trasferite nel cimitero che a Roma è detto “degli Inglesi” .

Gramsci visse 46 anni, ma dall’età di 35 anni alla morte il suo fu un peregrinare da un carcere all’altro dell’Italia; non c’è dubbio tuttavia che i suoi 46 anni di vita sono stati coerentemente vissuti da militante. Rileggendo la sua drammatica vita si prova per lui un sentimento istintivo di ammirazione e di profondo rispetto: pochi se lo meritano quanto lui.

 

 

 

 


Appendice

 

 

In appendice sono riportati fedelmente cinque articoli della rassegna stampa 1996-2000, che rappresentano un sotto-campione di quello analizzato nella suddetta rassegna.

Tale sotto-campione è costituito da un articolo per ogni anno esaminato, in base all’interesse prevalente: il primo, di interesse culturale, per il 1996, tratto da il manifesto ; i secondi due sono di interesse politico, uno per il 1997, tratto da Il Messaggero e uno per il 1999, tratto da la Repubblica ; per quanto riguarda il 1998 si ha un articolo di interesse personale, tratto da Il Giornale e per il 2000 un articolo di altro tipo tratto da Liberazione .

Infine si riportano due articoli non inclusi nella già citata rassegna stampa: il primo, del 2001, tratto da la piccola Unità; il secondo, del 2002, tratto da Vita dell’infanzia, tentando di attribuire al presente lavoro una parvenza di continuità fino ai nostri giorni.

 

 

 

 

 


Gramsci malato e Gesù Bambino, «il Giornale»,6 agosto 1998, editoriale di Emilio Cavaterra.

 


 

 

Qualche prelato lo sussurra pudicamente ma con fermezza: al termine della sua esistenza, Antonio Gramsci è tornato alla «confessione della fede» .

A suffragare questa rivelazione taluni esponenti della Curia vaticana portano due episodi inediti, nonché una serie di indicazioni contenute nel libro di un insegnante sassarese, Luigi Nieddu, pubblicato in Sardegna anni addietro ma scarsamente conosciuto, sull’ «altro Gramsci» .

Gli episodi in questione riguardano il periodo di permanenza dell’esponente comunista nella clinica «Quisisana» di Roma. Una religiosa svizzera che vi prestava servizio, suor Gertrude, rivelò che nella camera numero 26 agosto di quell’anno, c’era una piccola statua di santa Teresa del Bambino Gesù «verso la quale lui sembrava nutrire una simpatia umana» , come disse in seguito, tant’è che «non volle che fosse tolta e nemmeno spostata» e l’affermò quasi per giustificare quello che poteva sembrare, dato il tipo, soltanto un momento di debolezza.

Ma il Gramsci malato fece di più, a detta di un’altra religiosa, sarda questa volta. Costei ha raccontato tempo addietro, in occasione della celebrazione di una Messa in suffragio per il proprio fratello, monsignor Giovanni Maria Pinna nella chiesa di San Lorenzo in Damaso, a un gruppo di sacerdoti amici che avevano assistito al rito (di essi, il superstite è monsignor Luigi de Magistris, attuale reggente della Penitenzieria apostolica; un altro era monsignor Sebastiano Masala, allora giudice della Sacra Rota) , un particolare inedito.

Disse che anche quell’anno le religiose della clinica ripetettero una pia tradizione, quella di portare durante le festività natalizie, di stanza in stanza, «offrendola al bacio di quelli che vi si trovavano» , una statua di Gesù Bambino. Tutti i ricoverati ricevettero quella singolare visita a eccezione di Gramsci il quale, conosciuta che ebbe questa sua esclusione, ne chiese spiegazione alle suore, le quali si scusarono dicendo di aver voluto evitargli qualsiasi fastidio. Al che, continuò suor Pinna, «il signor Gramsci disse di voler vedere quella statuetta e quando l’ebbe di fronte la baciò con evidenti segni di commozione» . Testuale

I particolari delle ultime ore di vita di Antonio Gramsci sono contenuti nella lettera che sua cognata, Tatiana Schucht, scrisse alla sorella, moglie di Antonio, rimasta a Mosca per tutto quel tempo. Da essi, salta agli occhi una frase. «Il medico fece capire alla suora che le condizione del malato erano disperate. Venne il prete, altre suore, ho dovuto protestare nel modo più veemente perché lasciassero tranquillo Antonio, mentre questi hanno voluto proseguire nel rivolgersi a lui per chiedergli se voleva questo, quell’altro…» .

Per una reticenza più che comprensibile la cognata del morituro non completò la frase (alcune parole della quale lasciano intendere come abbiano voluto osteggiare quella che a lei sembrava una indebita «invadenza» del sacerdote e delle religiose della clinica in materia di estrema unzione) che dunque potrebbe essere tranquillamente interpretata come l’accettazione da parte di Gramsci di qualcuna delle richieste che con tanta precipitazione gli venivano rivolte. Magari anche quella che si coniugava perfettamente con il bacio che lo stesso esponente comunista aveva voluto dare nel Natale precedente alla statuetta di Gesù Bambino, quasi che con quel gesto inusuale avesse fatto comprendere il desiderio recondito e mai esplicitamente confessato né in qualsiasi modo manifestato, di morire cristianamente. Tutto questo non deve stupire conoscendo, per esempio, quel che è stato rivelato in queste ultime settimane a tale proposito sulla base di documenti custoditi negli archivi moscoviti e recentemente venuti alla luce.

S’è saputo infatti che sin dal 1927 si era sviluppata una trattativa ultrasegreta tra il governo sovietico e quello italiano, con i buoni uffici della Santa sede, per condurre in porto uno scambio tra due sacerdoti cattolici imprigionati nei «gulag» dell’Urss e due esponenti comunisti italiani, Gramsci in primis, appunto, e Terracini.

Tramite il suo «trait d’union» con le gerarchie fasciste, il gesuita Tacchi Venturi, il Vaticano sondò la disponibilità di Mussolini verso la proposta sovietica. La risposta italiana non fu completamente positiva: evitava, si, la pena di morte per Gramsci, tuttavia respingeva lo scambio ipotizzato con il pretesto, formalmente ineccepibile, che sarebbe mancata «allo stato attuale delle cose, la possibilità giuridica di un atto di clemenza» .

Antonio Gramsci non dimenticò la disponibilità degli alti prelati vaticani  nei suoi confronti in quei per lui difficili momenti. E questo può spiegare molte cose.


 

Bilio-emerografia

 

 

Il presente lavoro di ricerca si basa essenzialmente sull’analisi della Rassegna stampa gramsciana, compresa in un arco di tempo di cinque anni, dal 1996 al 2000;

essendo gli articoli molto numerosi, è stato necessario dividere il lavoro di ricerca in due momenti distinti: bibliografia ed indice emerografico.

 

 

Bibliografia

 

 

BROCCOLI, ANGELO, Antonio Gramsci e l’educazione come egemonia, Firenze, La Nuova Italia, 1972.

CAMMETT, JOHN, Bibliografia gramsciana 1922-1988, volume 1, Roma, Editori Riuniti, 1991

CAMMETT, JOHN, RIGHI M. LUISA, Bibliografia gramsciana (fino al 1993), volume 2, Roma, Fondazione Istituto Gramsci, 1995.

GARIN, EUGENIO, La filosofia come sapere storico, Bari, editori Laterza, 1959.

GENTILE, GIOVANNI, La pedagogia a scuola, a cura di Giuseppe Spadafora, Roma, Armando editore, 1997.

GRAMSCI, ANTONIO, Lettere 1908-1926, a cura di Antonio A. Santucci, Torino, Einaudi Editore, 1992.

Id. , Lettere dal carcere 1926-1937, a cura di Paolo Spriano, Torino, Einaudi Editore, 1971.

Id. , Quaderni del carcere, a cura di Valentino Gerratana, Torino, Einaudi Editore, 1975.

Id. , Favole di libertà, a cura di Elsa Fubini e Mimma Paluaso, Firenze, Vallecchi Editore, 1980.

Id. , L’alternativa pedagogica, a cura di Mario A. Manacorda, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1972.

MANACORDA, MARIO A., Momenti di storia della pedagogia, Torino, Loescer Editore, 1977..

MANOUKIAN, FRANCA E AGOPIK E, La chiesa dei giornali, Bologna, Società Editrice Il Mulino, 1968.

MONASTA, ATTILIO, L’educazione tradita, Pisa, Giardini editori e stampatori.

 


Emerografia

 

 

1996

[NON FIRMATO], Castangia, ne parlò anche Gramsci, «Corriere della sera», 11 gennaio 1996.

MESSINA, DINO, Lettere dal carcere: Gramsci cambia editore, ivi, 19 gennaio 1996.

[NON FIRMATO], Guarda chi si rivede, Gramsci!, «la Repubblica», 19 gennaio 1996.

SAID, EDWARD W. , Perché ho amato il Gattopardo, ivi, 20 gennaio 1996.

BATTISTA, PIERLUIGI, In fuga dallo struzzo, «La Stampa», 20 gennaio 1996.

 [NON FIRMATO], Caso Gramsci, le lettere finiscono in tribunale, «la Repubblica», 20 gennaio 1996.

MINORE, RENATO, Gramsci inedito, rissa per lo scoop della Sellerio, «Il Messaggero», 20 gennaio 1996.

MESSINA, DINO, Lettere di Gramsci: scoppia la battaglia sui diritti, «Corriere della sera», 20 gennaio 1996.

PETACCO, ARRIGO, Ma Gramsci un erede ce l’ha: è il figlio, «La Nazione», 21 gennaio 1996.

COLOMBO, ETTORE, A Livorno per aprire la nuova pagina della storia, «Liberazione», 21 gennaio 1996.

BARBATO, ANDREA, PESTALOZZA, LUIGI, La prima tessera di una ragazza timida di nome Camilla, ivi, 21 gennaio 1996.

TOMASELLI, GIUSEPPE, Livorno, la storia continua, ivi, 23 gennaio 1996.

LOMBARDI, MARIANGELA, Il 21 gennaio a Formia, nel ricordo di Gramsci, ivi, 24 gennaio 1996.

 

 

 

[NON FIRMATO], Gramsci, le lettere della polemica, «l’Unità2», 27 gennaio 1996.

[NON FIRMATO], Firmato Gramsci, ivi, 27 gennaio 1997.

ROSCANI, ROBERTO, «Ma il vero dolore fu l’abbandono», ivi, 27 gennaio 1996.

LIGUORI, GUIDO, «Così ho lavorato alla nuova edizione», ivi, 27 gennaio 1996.

NATOLI, ALDO, «Antonio Santucci mi ha citato scorrettamente, ivi, 28 gennaio 1996.

NARDI, GIOVANNI, Said, il critico che imparò da Gramsci, «il Resto del Carlino», 29 gennaio 1996.

ROSSANDA, ROSSANA, Gramsci, «il manifesto», 2 febbraio 1996.

VACCA, GIUSEPPE, La verità su Gramsci, «l’Unità2», 20 febbraio 1996.

PAPUZZI, ALBERTO, Gramsci? Cercate al Cremlino, «La Stampa», 21 febbraio 1996.

DI LELLO, ALDO, Il caso Gramsci, «Secolo d’Italia», 24 febbraio 1996.

TAMBURRANO, GIUSEPPE, Gramsci capì che Togliatti lo voleva in carcere, «Corriere della sera», 29 febbraio 1996.

NOTARIANNI, MICHELANGELO, Quel Gramsci nascosto, «il manifesto», 29 febbraio 1996.

FERTILIO, DARIO, Il segretario di Togliatti:«Palmiro non volle la libertà per Gramsci», «Corriere della sera», 1 marzo 1996.

RASY, ELISABETTA, Vedi alla voce invasione di Ungheria, «Panorama», 7 marzo 1996.

[NON FIRMATO], Antonio Gramsci, l’anti-Croce.In nome dell’identità tra filosofia e politica, «L’Opinione», 8 marzo 1996.

LANDOLFI, ENRICO, Gramsci e l’arte futurista, «L’Umanità», 9 marzo 1996.

[NON FIRMATO], Vita di un personaggio troppo scomodo, ivi, 9 marzo 1996.

CANFORA, LUCIANO, Gramsci. Non sparate su Togliatti, «Corriere della sera», 10 marzo 1996.

 

FERTILIO, DARIO, Bedeschi: «Mussolini lo liberò. A Mosca lo avrebbero ucciso», ivi, 10 marzo 1996.

TRIVELLI, PIETRO M. , Sull’«Avanti!» Gramsci anticipò i corsivi di Fortebraccio, «Il Messaggero», 12 marzo 1996.

TAMBURRANO, GIUSEPPE, E il fondatore del Pci accusò Togliatti, «Corriere della sera», 13 marzo 1996..

CANFORA, LUCIANO, Gramsci in carcere. «I documenti scagionano Togliatti», ivi, 13 marzo 1996.

[NON FIRMATO], Il gramscismo finirà con il Novecento, «Il Foglio quotidiano», 21 marzo 1996.

BURGIO, ALBERTO, Gramsci. Un classico senza diritti, «il manifesto», 6 aprile 1996.

TOMMASSINI, LUCA, Gramsci e la storia, ivi, 28 aprile 1996.

PETRONIO, GIUSEPPE, L’opera di Gramsci e il film della complessità, «l’Unità2», 27 maggio 1996.

GERRATANA, VALENTINO, Il Gramsci della discordia, ivi,  1 maggio 1996.

MECUCCI, GABRIELLA, La fondazione non ha il «copyright», ivi, 1 maggio 1996.

MESSINA, DINO, Gramsci: niente sequestro, vince la Sellerio, «Corriere della sera», 1 maggio 1996.

 [NON FIRMATO], Pds e cultura, paura dell’egemonia,  «Il Messaggero», 4 giugno 1996.

BOBBIO, NORBERTO, Egemonia marxista? Una leggenda, «La Stampa», 30 giugno 1996.

VERSIENTI, FABRIZIO, Gramsci alla radio, «il manifesto», 16 luglio 1996.

TOMMASSINI, LUCA, Jose Marlategui: il pensiero come strumento di analisi, «Liberazione», 20 luglio 1996.

 

 

NEDIANI, ANTONIO, Come frenare i nipoti di Gramsci, «L’Opnione», 25 luglio 1996.

BUCCI, ONORATO, Il declino degli atenei, «Il Tempo», 29 settembre 1996.

SALVADORI, MASSIMO, «Quel pensiero non è utile alla sinistra riformista», «l’Unità2», 8 novembre 1996.

ZANGHERI, RENATO, «Le sue categorie aiutano ancora a capire la realtà», ivi, 8 novembre 1996.

LIGUORI, GUIDO, Una contesa che dura da settant’anni, ivi, 8 novembre 1996.

CANFORA, LUCIANO, Il mistero dei «Quaderni» di Gramsci, «Corriere della sera», 5 dicembre 1996.

 

1997

NUMERICO, VALERIA, Berlinguer e i professori, ivi, 30 gennaio 1997.

TRIVELLI, PIETRO M. , Si celebri Gramsci in tutte le scuole, «Il Messaggero»,1 marzo 1997.

 TRIVELLI, PIETRO M. , Berlinguer: studiate Gramsci. L’opposizione insorge, ivi, 1 marzo 1997.

CAVALIERI, MARINA, “Gramsci a scuola, idea diabolica”, «la Repubblica», 1 marzo 1997.

[NON FIRMATO], Non aprite quei quaderni, «il manifesto», 1 marzo 1997.

BIANCHI, ANDREA, Le ceneri di Gramsci, ivi, 1 marzo 1997.

SOCCI, ANTONIO, Berlinguer ordina di onorare Gramsci, «il Giornale», 1 marzo 1997.

VENTURA, MARCO, L’ultima pensata di Berlinguer: santificare Gramsci, ivi, 1 marzo 1997.

SOFFICI, CATERINA, Arriva la Pubblica Distruzione, ivi, 1 marzo 1997.

ASSALTO, MAURIZIO, Ricordare Gramsci? A scuola è obbligatorio, «La Stampa», 1 marzo 1997.

ASSALTO, MAURIZIO - TORTELLO, «Ricordate Gramsci a scuola», ivi, 1 marzo 1997.

[NON FIRMATO], Un errore che ci fa riflettere, ivi, 1 marzo 1997.

[NON FIRMATO], Che c’è di strano?, ivi, 1 marzo 1997.

DI MAURO, LUCIANA, «Lezioni su Gramsci nel sessantesimo». Ed è polemica con Berlinguer, «l’Unità», 1 marzo 1997.

DI MAURO, LUCIANA, Bufera su gramsci in classe, ivi, 1 marzo 1997.

BENEDETTI, GIULIO, «Commemorate Gramsci in classe», «Corriere della sera», 1 marzo 1997.

FERTILIO, DARIO, Pasquino: ma ora faccia celebrare anche Moro, ivi, 1 marzo 1997.

DE NARDO, ROBERTO, Pubblica Distruzione nel nome di Gramsci, «Roma», 2 marzo 1997.

[NON FIRMATO], Il Ministro: «Il polo si diverte a strumentalizzare», ivi, 2 marzo 1997.

CAVALIERI, MARINA, “Su Gramsci  non mi pento bigotto chi protesta”, «la Repubblica», 2 marzo 1997.

 GRILLO, GIROLAMO, Il ministro si è scoperto troppo: Gramsci sarebbe stato più furbo, «Il Messaggero», 2 marzo 1997.

BURGIO, ALBERTO, Antonio Gramsci: un’eredità contesa, una lezione indimenticabile, «Liberazione», 2 marzo 1997.

ANGELI, FRANCESCA, «Una fabbrica di disoccupati », «il Giornale», 2 marzo 1997.

VENTURA, MARCO, «E’ scuola di regime» Bocciato Berlinguer, ivi, 2 marzo 1997.

[NON FIRMATO], Formigoni: «Prima il voto poi il ricordo di Gramsci », ivi, 2 marzo 1997.

[NON FIRMATO], Scuola, Berlinguer allo sbando, ivi, 2 marzo 1997.

 

 

VENEZIANI, MARCELLO, Sale in cattedra la dittatura proletaria, ivi, 2 marzo 1997.

[NON FIRMATO], L’autogol di Berlinguer, «Roma», 2 marzo 1997.

SANGIULIANO, GENNARO, Quel buco nero della storia comunista, ivi, 2 marzo 1997.

 [NON FIRMATO], Malgieri «Fermatelo», ivi, 2 marzo 1997.

[NON FIRMATO], «E’ solo propaganda», ivi, 2 marzo 1997.

VILLARI, LUCIO, Alla scuola non servono anniversari, «la Repubblica», 2 marzo 1997.

CAPITANI, RAFFAELE, «Gramsci a scuola non è indottrinare», «l’Unità», 2 marzo 1997.

[NON FIRMATO], Berlinguer: Fini ha ragione, non riscopriamo solo Gramsci, «Il Messaggero», 3 marzo 1997.

MORRA, GIANFRANCO, Un falso maestro di democrazia, «il Giornale», 4 marzo 1997.

[NON FIRMATO], I vescovi: ritirate la circolare Gramsci, ivi, 4 marzo 1997.

PESTALOZZA, LUIGI, Antonio Gramsci ritrovato. A Cuba, «Liberazione», 5 marzo 1997.

DEL NOCE, AUGUSTO, Gramsci e il dissenso, «Roma», 5 marzo 1997.

RUMI, GIORGIO, Il rischio di una burocratizzazione delle proposte etico-politiche, «L’Osservatore romano», 5 marzo 1997.

FIORI, GIUSEPPE, Le accuse di Gramsci, «Roma», 26 marzo 1997.

VERTONE, SAVERIO, Revisionato e martire, ivi, 27 marzo 1997.

LIGUORI, PAOLO, Antonio Gramsci. Un ‘antologia in dialogo diretto con il lettore, «il manifesto», 27 marzo 1997.

TEDESCHI, MARIO, Caso Gramsci. Le responsabilità di Togliatti, «Roma», 28 marzo 1997.

 

MORETTI, ROBERTO-BERTINOTTI, Stiamo dimenticando Gramsci?, «Liberazione», 6 aprile 1997.

LIGUORI, GUIDO, Oggi Gramsci dialoga con Croce. L’Ottobre e Bucharin sono un ricordo, «l’Unità2», 11 aprile 1997.

LIGUORI, GUIDO, A Roma una lapide dove abitò, ivi, 11 aprile 1997.

BENEDETTI, CARLO, Gramsci. La quarantena russa, «Liberazione», 12 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Il 23 e 24 aprile due giornate di incontri nelle scuole sull’autore dei Quaderni, ivi, 12 aprile 1997.

AJELLO, NELLO, Ma Gramsci è ancora vivo o lo mettiamo in soffitta?, ivi, 13 aprile 1997.

FIORI, SIMONETTA, Parenti serpenti la famiglia di Gramsci, «la Repubblica», 13 aprile 1997.

TRIVELLI, PIETRO M. , Gramsci , monologo di un grande eretico, «Il Messaggero», 14 aprile 1997.

[NON FIRMATO], A Mussolini, nel discorso alla Camera: «Un consenso ottenuto col bastone», ivi, 14 aprile 1997.

TRIVELLI, PIETRO M. , «I dissidi con Togliatti, ombra oggi chiarita , ivi, 14 aprile 1997.

TRIVELLI, PIETRO M. , «Un classico, più letto di Vico e Machiavelli», ivi, 14 aprile 1997.

URBINATI, NADIA, L’isola di Antonio, «il manifesto», 15 aprile 1997.

[NON FIRMATO], «Gramsci e il Novecento», ivi, 15 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Libri, seminari, riedizioni. Un calendario, ivi, 15 aprile 1997.

NOTARIANNI, MICHELANGELO, Gramsci chi? , ivi, 15 aprile 1997.

GALASSO, GIUSEPPE, Gramsci. Le ceneri di un’illusione, «Corriere della sera», 15 aprile 1997.

MESSINA, DINO, «La sua democrazia era antiliberale», ivi, 15 aprile 1997.

BELARDELLI, GIOVANNI, Sognava una civiltà totale. Anzi totalitaria, ivi, 15 aprile 1997.

GUALTIERI, ROBERTO, La razionalità made in Usa che piaceva a Gramsci, «l’Unità», 18 aprile 1997.

SACCHI, PAOLA, D’Alema su Gramsci: «Le sue idee dicono alla sinistra di misurarsi con il cambiamento», ivi, 19 aprile 1997.

MORANDI, GIOVANNI, Mio padre, Antonio Gramsci, «Cultura&Società», 20 aprile 1997.

NARDI, GIOVANNI, Il rigore e l’idea a sessant’anni dalla morte, ivi, 20 aprile 1997.

RUSCONI, GIANENRICO, Gramsci, liberale immaginario, «La Stampa», 21 aprile 1997.

[R. B. ], Grottesco quel Gramsci camuffato da liberale, «La Voce Repubblicana», 22 aprile 1997.

FRESU, GIANNI, Gramsci nel mondo del capitalismo globale, «Liberazione», 23 aprile 1997.

LAZZARO, CLAUDIO, Ricordando le rose di Gramsci, «Corriere della sera», 24 aprile 1997.

[NON FIRMATO], «Prima di tutto capire», ivi, 24 aprile 1997.

[NON FIRMATO], «Propaganda elettorale», ivi, 24 aprile 1997.

DE CASTRIS, ARCANGELO LEONE, Per togliere le brache al mondo, «Liberazione», 25 aprile 1997.

BERMANI, CESARE, Con spirito di scissione, ivi, 25 aprile 1997.

GAGLIARDI, RINA, “Previsione”e credibilità, ivi, 25 aprile 1997.

BARATTA, GIORGIO, Inter-nazionale-popolare, ivi, 25 aprile 1997.

SANTUCCI, ANTONIO A. , Affermare la verità è una necessità politica, ivi, 25 aprile 1997.

DOTTI, UGO, Intellettuali e passione politica, ivi, 25 aprile 1997.

 

VOZA, PASQUALE, Non c’ è stato senza egemonia, ivi, 25 aprile 1997.

BURGIO, ALBERTO, Statisti di classe e facitori di piani, ivi, 25 aprile 1997.

JERVOLINO, DOMENICO, Le parole della prassi, ivi, 25 aprile 1997.

MARTELLI, MICHELE, L’anti-Croce e l’anti-Gentile, ivi, 25 aprile 1997.

CATONE, ANDREA, Capitalismo e psicoanalisi, ivi, 25 aprile 1997.

TEXIIER, JACQUES, La civetta di Minerva, ivi, 25 aprile 1997.

DURANTE, LEA, Per una nuova cultura, ivi, 25 aprile 1997.

PESTALOZZA, LUIGI, Conflitto globale, ivi, 25 aprile 1997.

BOOTHAMAN, DEREK, Una fioritura di nuove edizioni, ivi, 25 aprile 1997.

LIGUORI, GUIDO, Gli interpreti, i seguaci, i critici feroci, ivi, 25 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Una lapide a Gramsci “federale fascista”, «la Repubblica», 26 aprile 1997.

GIBELLI, ANTONIO, Il falso e vero Gramsci, «Il secolo XIX», 26 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Dopo la polemica il grande sardo entra a scuola dalla finestra, ivi, 26 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Lapide di Prc nella casa romana, ivi, 26 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Francobollo-ricordo, ivi, 26 aprile 1997.

FERRAROTTI, FRANCO, L’enigma di Gramsci, «Il Sole-24 ore», 27 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Tra il metodo e la democrazia, ivi, 27 aprile 1997.

PLEBE, ARMANDO, Ormai nella scuola italiana Gramsci sta per prendere il posto di Dante Alighieri, «Il Tempo», 27 aprile 1997.

BERNARDI, GUARDI MARIO, Gramsci illiberale, «Secolo d’Italia», 27 aprile 1997.

GABUTTI, DIEGO, «E’strumentale far uscire Gramsci dalla sua pelle», «Il Giorno», 27 aprile 1997.

MAURO, WALTER, Voleva tornare in Sardegna. Morì nella notte, ivi, 27 aprile 1997.

MAURO, WALTER, Fu il padre degli intellettuali organici, ivi, 27 aprile 1997.

 

 

FERGOLA, GABRIELE, Il totalitario intelligente, «il Giornale», 27 aprile 1997.

PAGGI, LEONARDO, Antonio Gramsci l’inattuale, «il manifesto», 27 aprile 1997.

NATOLI, ALDO, Tania tra lui e il mondo, ivi, 27 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Un omaggio alle ceneri e un convegno, ivi, 27 aprile 1997. LIGUORI, GUIDO, Il grande teorico della mondializzazione? Ma non scherziamo, ivi, 27 aprile 1997.

VILLARI, LUCIO, Dopo sessant’anni Gramsci ci serve ancora, «l’Unità», 27 aprile 1997.

FERTILIO, DARIO, «Celebrare Gramsci: meglio Marconi», «Corriere della sera», 27 aprile 1997.

BANDINELLI, ANGIOLO, Prima la Riefenstahl, ora Gramsci! , «L’Opinione», 29 aprile 1997.

CAPPELLINI, STEFANO, La memoria ha ritrovato casa, «Liberazione», 29 aprile 1997.

MARTELLI, ELEONORA, De Mauro: «Un educatore creativo, quel Gramsci», «l’Unità», 29 aprile 1997.

CANFORA, LUCIANO, Tutti lo vogliono Antonio qua, Antonio là, «La gazzetta del mezzogiorno», 29 aprile 1997.

[NON FIRMATO], Un convegno ieri a Roma, ivi, 29 aprile 1997.

FASSINA, STEFANO, Gramsci XXI secolo. Il carnet di lavoro, «l’Unità», 9 maggio 1997.

DI CARO, ROBERTO, Mio padre, il Gramsci nero, «L’Espresso», 15 maggio 1997.

MARTINOLLI, GIANNI, Gramsci, l’anticlericale, «la discussione delle idee», 29 maggio 1997.

 

 

VASSALLO, PIERO, Dall’utopia all’escatologia, «Roma», 3 giugno 1997. VENEZIANI, MARCELLO, Oltre la linea Gramsci-Gobetti non c’è il vuoto, ma una solida cultura, «il Giornale», 5 giugno 1997.

LATINI, FABRIZIO, Gramsci, il filosofo in luce, «Liberazione», 5 giugno 1997.

[M. C. ], Un rivoluzionario: non piegarlo a tutti gli usi, ivi, 5 giugno 1997.

SANTARELLI, ENZO, Gramsci tra politica e filosofia, ivi, 21 giugno 1997.

DESIDERIO, GIANCRISTIANO, Ideologismo, vizio italiano, «Secolo d’Italia», 26 giugno 1997.

 

1998

RUGGIERO, MICHELE, Parigi salva Gramsci dagli orrori del comunismo, «l’Unità», 23 gennaio 1998.

BEDESCHI, LORENZO, Un prete al posto di Gramsci, «Avvenire», 17 febbraio 1998.

LAROCCA, ANTONIO, Chi ha ritrovato le radici dei Gramsci, «Calabria», marzo 1998.

NICOLINI, RENATO, Gramsci come un maestro di samba, «Avvenimento», 8 aprile 1998.

ALICI, LUIGI, Le domande di Sofia, ivi, 19 giugno 1998.

ROMANI, MARCO, Le spine del rosa, «Liberazione», 28 luglio 1998.

CAVATERRA, EMILIO, Gramsci malato e Gesù Bambino, «il Giornale», 6 agosto 1998.

CAPRARA, MASSIMO, Togliatti censurò Gramsci , «Il Secolo d’Italia», 1 settembre 1998.

VATTIMO, GIANNI, Le ceneri di Gramsci, «L’Espresso» , 3 settembre 1998.

MECUCCI, GABRIELLA, Gramsci pubblico e privato, «l’Unità», 18 settembre 1998.

 

 

MECUCCI, GABRIELLA, I difficili rapporti con Giulia ma nessuno scandalo, ivi, 18 settembre 1998.

SACCHI, PAOLA, «Gramsci, non rifarei la circolare», ivi, 18 settembre 1998. NATOLI, ALDO, L’anacronista chiaroveggente, «Alias», 3 ottobre 1998.

SANTAMARIA, GIANNI, Gramsci ingabbiato dal migliore, «Avvenire», 17 ottobre 1998.

[LO SVIZZERO], “Fedeli” e “infedeli”, dietro l’incontro c’è una lunga storia ancora da scrivere, «Italia», 11 dicembre 1998.

FAVILLI, PAOLO, Marx e Gramsci, improprie rilutture, «il manifesto»,18 ottobre 1998.

 

1999

NOVELLI, BAETRICE, Tema: come Gramsci o come Montessori?, «Vita dell’infanzia», 1 gennaio 1999.

MERLO, FRANCESCO, Caro Veltroni non cercar fuori: l’eroe ce l’hai in casa, «Sette», 1 gennaio 1999.

STRADA, CLARA, Gramsci. La Sposa mandata da Lenin, «Corriere della sera», 24 febbraio 1999.

CAPRARA, MAURIZIO, Gramsci e Togliatti separati in casa Pci, ivi, 24 febbraio 1999.

CAPRARA, MAURIZIO, Quando le carte del partito venivano trasmesse a Mosca, ivi , 24 febbraio 1999.

MAFAI, MIRIAM, Gramsci-Togliatti la lettera della discordia, «la Repubblica», 26 febbraio 1999.

MECUCCI, GABRIELLA, Stalin tra Gramsci e Togliatti, «l’Unità», 26 febbraio 1999.

GRAVAGNUOLO, BRUNO, Compagno Rosselli aiuta questa sinistra smarrita, ivi, 26 febbraio 1999.

 

[NON FIRMATO], Tutte le lettere tra Mosca e Roma nel ’26, ivi, 26 febbraio 1999.

SPINI, VALDO, Rosselli e Gramsci, «la Repubblica», 27 febbraio 1999.

GINZBURG, ANDREA, Sraffa: fascismo l’ultima spiaggia del capitale, «l’Unità», 5 marzo 1999.

RAMPINO, ANTONELLO, E Keynes giocava sul cambio, «La Stampa», 5 marzo 1999.

CRAVERI, PIERO, Dall’Appennino fino agli Urali, «Il Sole-24 ore»,14 marzo 1999.

[H. K.], Intellettuale italiano da usare per pensare, ivi, 14 marzo 1999.

CRESPI, ANGELO, Il Carteggio che spaccò i comunisti, «il Giornale», 16 marzo 1999.

VACCA, GIUSEPPE, Gramsci profeta del globale, «l’Unità», 16 marzo 1999.

CAMBRIA, ADELE, Giulia Schucht agente della Ceka? Ma questo è un giallo alla Beautiful, ivi, 16 marzo 1999.

PRESTIPINO, GIUSEPPE, Il Nostro Gramsci, «Liberazione», 17 marzo 1999.

LIGUORI,, GUIDO, Un quaderno per la politica, «il manifesto», 20 marzo 1999.

[NON FIRMATO], Noi e Gramsci, «Il Mattino», 3 aprile 1999.

[NON FIRMATO], A San Leo processo a Gramsci, «Avvenire», 21 aprile 1999.

DE ANGELIS, MASSIMO, Julca la spia, «Specchio», 22 aprile 1999.

VACCA, GIUSEPPE, “Si, di Togliatti non si fidava più” , ivi, 22 aprile 1999.

PARADISI, RICCARDO, Gramsci siete pro o a favore? , «Il Borghese», 12 maggio 1999.

[NON FIRMATO], Morra: “Era un vero totalitario”, ivi, 12 maggio 1999.

ANDRIOLA, FABIO, Dalla Russia con amore, ivi, 12 maggio 1999.

POLARA, GIORGIO, “Insuccesso”di Gramsci alla Camera, «l’Unità», 16 maggio 1999.

 

 

 

MECUCCI, GABRIELLA, Sraffa e la biografia dell’amico Antonio. Le ragioni politiche di un riserbo, ivi, 16 maggio 1999.

LA PORTA, LELIO, Quel che Gramsci non è, «La Rinascita della sinistra», 21 maggio 1999.

MECUCCI, GABRIELLA, Stalin non chiese la liberazione di Gramsci, «l’Unità», 2 giugno 1999.

STRADA, VITTORIO, Gramsci, un “nazionalpopolare” ispirato dal suocero, «Corriere della sera», 2 luglio 1999.

MIELI, PAOLO, Un intrigo di interrogativi irrisolti dietro l’arresto di Amedeo Bordiga: due libri riaprono il giallo sul controverso leader, «La Stampa», 4 luglio 1999.

AIRO’, ANTONIO, Anatema sui figli di Stalin, «Avvenire», 8 luglio 1999.

CAPRARA, MASSIMO, Spirito e Gramsci due avversari con la stessa idea, «il Giornale», 27 luglio 1999.

GRAVAGNUOLO, BRUNO, Sorpresa, Gramsci e Togliatti dietro De Felice, «l’Unità», 28 luglio 1999.

BRUNI, PIERFRANCO, Il ‘900 che non cambia, «Secolo d’Italia», 29 luglio 1999.

GRAVAGNUOLO, BRUNO, Gramsci, idee dal carcere per un’umanità del futuro dove tutti sono professori, «l’Unità», 22 settembre 1999.

BERNABEI, ALFIO, Lenin contro Sylvia suffraggetta antifascista, ivi, 5 ottobre 1999.

[NON FIRMATO], Il giallo della morte: gettato dalla finestra, «il Giornale»,10 ottobre 1999.

RASTELLI, RUGGERO, E ora naviga nel mare di internet, ivi, 10 ottobre 1999.

CAPRARA, MASSIMO, “Gramsci perseguitato in famiglia”, ivi, 10 ottobre 1999.

RONCONI, ROBERTA, Gramsci, la forma della memoria, «Liberazione», 16 ottobre 1999.

 

[NON FIRMATO], Giannarelli: “Perché questo lavoro è importante…” , ivi, 16 ottobre 1999.

[NON FIRMATO], Un network di studiosi per le opere di Gramsci, «l’Unità», 21 ottobre 1999.

LEPRE, AURELIO, “Gramsci avvelenato? Che balla” , «Il Mattino», 21 ottobre 1999.

[NON FIRMATO], Olga Gramsci: “Mio nonno fu avvelenato dai fascisti”, «Il Messaggero», 21 ottobre 1999.

[NON FIRMATO], Gramsci scrisse più volte di Stalin, «il Giornale», 29 ottobre 1999.

MAZZANTI, MASSIMILIANO, E Togliatti censurò Lenin, «Secolo d’Italia», 29 ottobre 1999.

 

2000

[NON FIRMATO], Oggi “l’ultima” Unità, «il Quotidiano», 28 giugno 2000.

FONTANAROSA, ALDO, E per l’”Unità” il deputato si tassa, ivi, 28 giugno 2000.

FONTANAROSA, ALDO, “Unità, ultimo numero” . E’ allarme per il giornale ds, «la Repubblica», 27 luglio 2000.

BIAGI, ENZO, Amacord «l’Unità», «Sette», 27 luglio 2000.

BARROCCI, TIZIANA, Appesi a una lettera, «il manifesto», 27 luglio 2000.

[C. ROS. ], Arriva D’Alema. E i portafogli? , ivi, 27 luglio 2000.

LEPRE, AURELIO, L’Unità chiede un pezzo di storia, «Il Mattino», 28 luglio 2000.

IACOPINO, ENZO, Cronaca di un’agonia annunciata, ivi, 28 luglio 2000.

LEPRE, VIRGINIA, Ciampi: «Una voce da non perdere nel confronto civile», ivi, 28 luglio 2000.

 

 

 

 

DE GREGORIO, CONCITA, Nel giorno dell’addio, D’alema torna in redazione, «la Repubblica», 28 luglio 2000.

VALLONE, RAF, Quegli anni formidabili con Calvino, Layolo e Pavese, ivi, 28 luglio 2000.

[NON FIRMATO], Formia, la festa e Gramsci, «il manifesto», 28 luglio 2000.

[NON FIRMATO], Itinerari Gramsciani, ivi, 28 luglio 2000.

RIZZO, SERGIO, Chiude «l’Unità»: fischi ai leader Ds , «Corriere della sera», 28 luglio 2000.

FRANCHI, PAOLO, Dieci anni di agonia, ivi, 28 luglio 2000.

STELLA, G. A. , L’ultima pagina, ivi, 28 luglio 2000.

RIZZO, SERGIO, «L’Unità» sopravvive su Internet, ivi, 29 luglio 2000.

CALDAROLA, GIUSEPPE, Un fragoroso crollo e la sinistra non si vede, ivi, 29 luglio 2000.

PORRO, MAURIZIO, gre gira un film in redazione: «lo porto alla Mostra di Venezia», ivi, 29 luglio 2000.

RONCONI, FABRIZIO, «Per 50 anni ha aperto il giornale dicendo: questi pensano anche a me», ivi, 29 luglio 2000.

CALDAROLA, GIUSEPPE, Questo giornale continua a esistere, «l’Unità on line», 29 luglio 2000.

CURZI, ALESSANDRO, Cari compagni… ,«Liberazione», 29 luglio 2000.

RONCONI, ROBERTA, «Il film più brutto della mia vita», ivi, 29 luglio 2000.

[NON FIRMATO], «Un quotidiano operaio in Italia». Gramsci annunciava il primo numero, ivi, 29 luglio 2000.

CALDAROLA, GIUSEPPE, Neanche una buona morte, ivi, 29 luglio 2000.

ARMENI, RITANNA, Il paradosso e il dramma, ivi, 29 luglio 2000.

LUSSURGIU, ANUBI D’AVOSSA, L’Unità fa ancora rete, ivi, 29 luglio 2000.

NACINOVICH, FRIDA, A Genova il giornale era di famiglia, ivi, 29 luglio 2000.

 

GIULIANI, MICHELA, Milano, il dolore di qualcosa che si rompe, ivi, 29 luglio 2000.

FONTANAROSA, ALDO, La rabbia dell’”Unità” davanti a Botteghe Oscure, «la Repubblica», 29 luglio 2000.

MARRONI, STEFANO, Delusione e tristezza ma la festa non si ferma, ivi , 29 luglio 2000.

BARRUCCI, TIZIANA, L’Unità sopravvive on line, «il manifesto», 29 luglio 2000.

RAMPETTI, Un giornale, un partito, un corteo, ivi, 29 luglio 2000.

LESTINGI, MARIELLA, L’agonia diventa un film, «Il Quotidiano», 29 luglio 2000.

SIMEONE,, ENNIO, Quando l’Unità era il numero uno, ivi, 29 luglio 2000.

BUZZONE, MARIA GRAZIA, Oggi ritorna l’Unità formato Internet, «La Stampa», 29 luglio 2000.

CECCARELLI, FILIPPO, Formidabili quegli anni in redazione, ivi, 29 luglio 2000.

CAZZULLO, ALDO, Paura del giornale «occupato», ivi, 29 luglio 2000.

LEON, PAOLO, I prigionieri del liberismo, «l’Unità on line», 30 luglio 2000.

[NON FIRMATO], Successo dell’Unità on line: nelle feste si stampa il giornale, ivi, 30 luglio 2000.

JOP, TONI, Quell’«occhio» in redazione, ivi, 30 luglio 2000.

LUSSURGIU, ANUBI D’AVOSSA, Una strana trincea, ivi, 30 luglio 2000.

NACINOVICH, FRIDA, Bologna orfana del “suo” giornale, ivi, 30 luglio 2000.

VENTOLA, NICHI, Un delitto che viene da lontano, ivi, 30 luglio 2000.

PASQUINO, GIANFRANCO, Troppo consenso porta all’immobilismo, «Corriere della sera», 1 agosto 2000.

[NON FIRMATO], L’Unità: in bilico anche l’on line, ivi,1 agosto 2000.

 

 

 

D’AMICO-LIZZANI-MAELLI-MONICELLI-MONTALDO-PONTECORVO,TAVIANI, Cinema italiano per l’Unità, «l’Unità on line», 2 agosto 2000.

CRESPI, Liquidatori-Dalai, incontro senza decisioni, ivi, 2 agosto 2000.

CERAMI, VINCENZO, Sinistra, impotenza e desolazione, ivi, 2 agosto 2000.

MARCUCCI, Bologna, «l’Unità» torna in piazza, ivi, 3 agosto 2000.

SERENI, CLARA, Serve una militanza nuova, ivi, 3 agosto 2000.

[NON FIRMATO], «A Palermo l’Unità non chiude», ivi, 3 agosto 2000.

SERVENTI LONGHI, PAOLO, La mia firma dalla vostra parte, ivi, 5 agosto 2000.

CALDAROLA, GIUSEPPE, Noi vogliamo costruire, altri no, ivi, 5 agosto 2000.

CORDELLI, FRANCO, Il pensatore della gioia, «il manifesto», 5 agosto 2000.

LOMBARDO, Festa dell’Unità senza Unità? On line e fotocopie, il giornale c’è, «Liberazione», 6 agosto 2000.

CHITI, ROBERTA, «Una Unità per tutta la sinistra», «l’Unità on line», 8 agosto 2000.

[NON FIRMATO], Caldarola ai liquidatori: «Rispettate i patti», ivi, 8 agosto 2000.

[NON FIRMATO], A Brindisi una festa tutta sul caso Unità, ivi, 8 agosto 2000.

[NON FIRMATO], Perché l’Unità resista, ivi, 9 agosto 2000.

 [NON FIRMATO], «l’Unità»: i liquidatori richiamano i Ds, «Liberazione», 11 agosto 2000.

CRESPI, ANGELO, «l’Unità» sbarca a Venaziaun film lungo 10 giorno, «l’Unità on line», 18 agosto 2000.

D’ORSI, ANGELO, La fede di noi laici, «La Stampa», 22 agosto 2000.

BARENGHI, RICCARDO, A chi serve l’Unità, «il manifesto», 24 agosto 2000.

BARRUCCCI, TIZIANA, L’Unità muore due volte, ivi, 24 agosto 2000.

BARRUCCI, TIZIANA, Niente diktat, ivi, 24 agosto 2000.

 

 

 

[A. CO. ], La Quercia e l’Unità, ivi,24 agosto 2000.

[NON FIRMATO], Chiude anche l’Unità on line, «l’Unità on line», 24 agosto 2000.

[NON FIRMATO], Comunicato delle lavoratrici e dei lavoratori, ivi, 24 agosto 2000.

FROSINI, FABIO, Valentino Gerratana e il “suo” Gramsci, «Liberazione», 25 agosto 2000.

GERRATANA, VALENTINO, Laicità e comunismo, ivi, 25 agosto 2000.

BUTTIGIEG, JOSEPH A. , L’investigatore, «il manifesto», 25 agosto 2000.

APRA’, ADRIANO, Carceri undergraund, ivi, 25 agosto 2000.

NACINOVICH, FRIDA, Quando c’era l’Unità, «Liberazione», 27 agosto 2000.

BARONI, FRANCO, Quattro matrimoni e un funerale, «L’Avanti», 6 settembre 2000.

MORRA, GIANFRANCO, E adesso i Ds difendono il risorgimento, «Liberazione», 7 settembre 2000.

ARTIGLIERI, EMILIO, Ahi, Psichiatri impegnati in politica, «Il Giornale d’Italia», 10 settembre 2000.

AZZARO, ANGELA, Ideologia e linguaggio, «Liberazione», 17 settembre 2000.

CASTRONOVO, VALERIO, 1920, la rivoluzione mancata, «Il Sole-24 ore», 1 ottobre 2000.

[F. I.], Sol levante e sol dell’avvenire, «il manifesto», 1 dicembre 2000.

HIROSHI, MATSUDA, Il pensatore comunista all’ombra del Fujiama, ivi, 1 dicembre 2000.

 

 

 

 

 

 

 

 


Indice dei nomi*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*   L’elenco alfabetico fa riferimento ai nomi contenuti nelle pagine numerate, inclusi quelli citati in nota e nella bibliografia.

     Nei casi in cui non è stato possibile risalire al nome di battesimo, è stata indicata, congiuntamente al cognome, la professione.

     Riguardo ad Antonio Gramsci, data la costante presenza nel testo, si è preferito ometterlo dall’indice.



A

Adn, K.; 265

Agosti; A.; 35; 237

Airò, A.; 150

Ajello, M.; 232; 256

Ajello, N.; 77; 240

Alasia, G.; 118

Alberti, R.; 163

Al Darawish, (gruppo musicale arabo); 47

Alici, L.; 123

Alighieri, D.; 104; 247; 297

Althusser, L.; 98

Altman, R.; 198

Amato, G.; 185

Amico, G.; 112; 123; 264

Andreotti, G.; 40

Andriola, F.; 146

Angeli, F.; 64

Angelino,R.; 270

Angelucci, G.; 158

Anselmi, M.; 251

Antonucci, M.; 268

Aprà, A.; 198

Aprea, V.; 55

Argon, P.; 163

Armando, (casa editrice); Xn.; 287

Armeni, R.; 304

Artiglieri, E.; 307

Asor Rosa, A.; 57; 240

Assalto, M.; 56; 240

Azzarà, S.; 256

Azzaro, A.; 307

B

Badaloni, N.; 20; 78

Badoglio, P.; 161

Baget Bozzo, (Don Gianni); 200

Bandinelli, A.; 111

Baraldini, S.; 265

Baratta, G.; 71; 91; 112; 123; 164; 197; 198; 231n.; 232; 240; 251; 253; 257; 259; 261; 268; 270

Barbato, A.; 30

Barbera, G.; 191

Barenghi, R.; 192; 306

Barletta, M.; 268

Baroni, F.; 198

Barrocci, T.; 159

Barrucci, T.; 175; 192; 193

Bartolomeo, S.; 31; 164

Bassolino, A.; 232

Battista, P.; 27; 111; 232; 251

Bedeschi, G.; 40; 233; 291

Bedeschi, L.; 122

Belardelli, G.; 82; 241; 257; 268

Bellucci, D.; 265

Benda; J.; 233

Benedetti, C.; 76; 248

Benedetti, G.; 59; 240

Benetton, A.; 158

Berardelli, G.; 240

Bergami, G.; 237; 240; 260; 266

Berlinguer, E.; 129

Berlinguer, L.; 46; 48; 51; 52; 53; 54; 55; 56; 57; 58; 59; 60; 61; 62; 63; 64; 65; 66; 67; 68; 69; 70; 72; 102; 105; 107; 128; 129; 177; 216; 217; 240; 242; 243; 246; 248; 249; 250; 257; 261; 276; 292; 293; 294

Berlusconi, S.; 183; 199

Bermani, C.; 89; 241

Bernabei, A; 152; 302

Bernardi Guardi, M.; 105; 233; 241; 297

Bernardini, D.; 266

Bernari, C.; 238

Bernestein, E.; 136

Berti, G.; 43; 274; 278

Bertinotti, F.; 295

Bertolucci, B.; 112; 247

Bettizza, E.; 270

Biagi, E.; 303

Bianchi, A.; 54; 241

Biondi, A.; 61; 66

Biscione, F.; 113

Blasco, O.; 255

Bo, V.; 29; 110; 243

Bobbio, N.; 46; 116; 143

Bocca, G.; 232; 278

Bombacci, N.; 133

Bongiovanni, B.; 241

Boothman, D.; 97; 233; 236; 241

Bordiga, A.; 29; 30; 31; 99; 104; 149; 302

Borgna, G.; 87; 88; 108; 113; 244

Borioni, V.; 43; 274

Bossi, V.; 254

Braschi, I.; 257

Breznev, L.I.; 77

Brigaglia, M.; 233

Broccoli, A.; VIIn.; 287

Brunetti, M.; 164; 270

Bruni, P.; 302

Bubnich, M.A.; 168

Bucci, O.; 292

Bucharin, N.I.; 40; 75; 140; 220; 234; 245; 278; 295

Buci-Cluksmann, C.; 98

Buffo, G.; 193

Buglione, M.; 190

Burgio, A; 43; 63; 93; 233; 241; 251; 257; 274

Buttafuoco, P.; 260

Buttigieg, J.; 196; 233; 236; 241; 251; 268; 270

Buttiglione, R.; 53; 55; 57; 58

Buzzone, M.G.; 178

C

Cafagna, L.; 126

Caldarola, G.; 158; 162; 166; 168; 169; 171; 174; 179; 187; 189; 190; 193; 194; 280; 306

Calvino, I.; 27; 162; 163; 304

Cambria, A.; 142; 264

Cammett, J.; XI; XII; 20; 21; 80; 97; 102; 231; 242; 268

Campi, O.; 71

Canfora, L.; 40; 41; 42; 43; 50; 112; 145; 233; 251; 261; 262; 270

Capitani, L.; 151;

Capitani, R.; 69; 240

Cappellini, S.; 111; 241

Caprara, M.; 37; 133; 150; 153; 156; 262; 265; 266

Caprifoglio, S.; 45; 212

Capriotti, (casa editrice); 285

Caravillani, A.; 131

Carbone, L.; 262

Cardini, F.; 56

Carducci, J.; 110; 243

Cartesio; 68

Casalegno, A.; 251

Cassigoli, R.; 257

Castellani, E.; 241

Castrati, F.; 163

Castronovo, V.; 201

Catone, A.; 94; 241; 266

Cavalieri, M.; 53; 62; 241

Cavallaro, L.; 268

Cavaterra, E.; 125; 277

Cazzullo, A.; 179; 305

Ceccarelli, F.; 178; 305

Cecchi D’Amico, S.; 184

Cerami, V.; 185; 306

Chaplin, C.; 110; 243

Chiaberge, R.; 238

Chiarante, G.; 238; 251

Chierichini, R.; 260

Chiti, R.; 189; 306

Ciampi, C.A.; 161; 162; 268; 303

Cingari, S.; 262

Cirillo, D.; 242

Cofferati, S.; 187

Cofrancesco, D.; 233; 251

Colajanni, N.; 251

Coletti, L.; 58; 130

Colombo, E.; 29; 289

Colombo, F.; 181; 193

Cordelli, F.; 188; 306

Corsini, G.; 257

Cossu, C.; 242

Cossutta, A.; 30; 270

Cottino, G.; 118

Coutinho, C.N.; 242; 251; 268; 270

Crespi, A.; 140; 184; 191; 301; 306

Croce, B.; 34; 38; 75; 76; 77; 94; 98; 102; 115; 117; 118; 126; 136; 140; 188; 192; 244; 245; 246; 257; 290; 295; 297

Curzi, A.; 162; 169; 304

D

D’Alema, M.; 84; 88; 129; 157; 158; 160; 162; 296; 303

D’Onofrio, F.; 65

d’Orsi, A.; 191; 306

D'Agnolo Vallan, G.; 242

Dalai, A.; 158; 159; 160; 161; 166; 171; 175; 183; 184; 190; 191; 193; 306

Dante, Vedi Alighieri

d'Arcais, F.; 252

De Angelis, M.; 145; 262; 265; 301

de Benoist, A.; 140

De Cecco, M.; 138

De Chiara, M.; 196

De Cristofaro, G.; 242

De Felice, F.; 150; 236; 266; 302; 99

De Gasperi, A.; 276

De Giovanni, B.; 240; 242

De Gregorio, C.; 162; 304

de Magistris, L.; 277

De Martino, F.; 233

De Mauro, F.; 112; 246; 298

De Murtas, M.; 237; 242; 250

de Nardo, R.; 61; 293

De Rosa, S.; 257

De Sanctis, F.; 44

Del Fra, L.; 251

Del Noce, A.; 72; 99; 294

Desiderio, G.; 119

Dewey, J.; 80; 83; 258

Di Caro, R.; 114; 252; 298

Di Giacinto,S.; 233; 242

Di Lello, A.; 36; 290

Di liberto, O.; 57; 59; 164

Di Mauro, L.; 58; 242; 293

Diogot, V.; 132; 133; 136; 149

Dondi, W.; 252

Donizetti, G.; 110

Dorso, G.; 110

Dotti, U.; 92; 242; 264; 269

Douglas, M.; 199

Droz, H.; 278

Durante, L.; 71; 95; 148; 160; 190; 243; 297

E

Ehrenburg, I.; 163

Einaudi, G.; 6n.; 25n.; 26; 27; 29; 31; 34; 35; 45; 76; 100; 104; 108; 125; 136; 137; 142n.; 163; 212; 213; 232; 233; 234; 252; 266; 268; 271; 274; 275; 278; 287

Eltsin, B.; 36

Eluard, P.; 163

Engels, F.; 262

Erbani, F.; 137

Ezhov, (capo della polizia); 133

F

Fabre, J.H.; 284

Fabretto, M.; 243

Fania, F.; 257

Fascina, S.; 113

Fausti, L.; 266

Favilli, P.; 130; 260; 300

Fede, A.; 68

Fertilio, D.; 37; 40; 60; 110; 233; 234; 238; 243; 247; 290; 291; 293; 298

Fini, G.; 69; 249; 294

Finzi, A.; 71

Fioretta, M.; 179

Fiori, G.; 73; 99; 128; 252; 294;

Fiori, S.; 78; 234; 238; 243; 295

Fo, D.; 164; 198; 268

Foglione, M.; 158; 193

Fontanarosa, A.; 158; 174; 303; 305

Forestan, M.; 285

Formenti, C.; 252

Fortebraccio, Vedi Melloni

Foucault, M.; 239; 271

Fragalà, G.; 243

Franchi, P.; 165; 304

Franco, V.; 259

Franzinelli, M.; 149

Frasca Polara, G.; 243; 262

Fresu, G.; 87; 262; 296

Freud, S.; 124

Frosini, F.; 195; 234; 253; 268; 271; 307

Fubini, E.; 45; 212; 274; 288

G

Gabutti, D.; 105; 248; 297

Gadamer, H.G.; 44

Gaeta, M.I.; 88

Gagliardi, R.; 90; 118; 243; 296

Gaiba, V.; 285

Galante, S.; 71; 116; 252

Galasso, G.; 81; 243; 295

Galilei, G.; 269

Gallo, E.; 238; 260; 262; 265

Gallotta, N.; 61; 276

Gamberetti, (casa editrice); 76; 151

Garegnani, P.; 35

Garin, E.; VIIn.; 99; 118; 258; 264; 287

Gatto, A.; 163

Gentile, G.; Xn.; 68; 94; 102; 117; 118; 136; 156; 233; 238; 246; 258; 260; 287; 297

Gerratana, V.; 6n.; 33; 35; 44; 78; 99;100; 104; 155; 195; 203; 213; 234; 243; 244; 246; 252; 260; 261; 269; 270; 271; 274; 287; 291;307

Gertrude (Suor); 277

Gervasoni, M., 269

Ghiani, A.; 243

Giacomini, R.; 257

Giannarelli, A.; 154; 266; 303

Giardini (casa editrice); VIIn.; 288

Gibelli, A.; 102; 297

Giglio, T.; 159

Gill, S.; 87; 243

Ginzburg, N.; 27; 138; 139; 301

Giolitti, G.; 201

Girelli, A.; 159

Giuliani, M.; 173; 305

Giunti-Marzocco (casa editrice); 284; 285

Giuva, L.; 134

Gobetti, P.; 100; 116; 299

Godetti, P.; 41; 122

Gonzalez, G; 84; 242; 243

Gorbaciov, M.; 77; 101

Gorlier, G.; 252

Gramsci, Cesarina; 101, 114; 274

Gramsci, Carlo; 107

Gramsci, D.; 43; 85; 153; 224; 274; 285

Gramsci, F.; 204

Gramsci, Giuliano. 31; 43; 84, 85; 153; 155; 224; 274

Gramsci, Gennaro; 283

Gramsci, M.; 101; 114

Gramsci, O.; 153; 154; 155; 265; 266; 303

Gramsci, T.; 43; 274

Gramsci, V.; 282

Grant, H.; 198

Gravagnuolo, B.; 136; 150; 151; 234; 244; 252; 263; 266; 269; 271; 300; 302

Greco, R.; 26; 122

Grillo, G.; 62; 244; 293

Grossi, L.; 284

Gruppi, L.; 99

Gualtieri, R.; 83; 244; 252; 269; 296

H

Hartt, A.; 71

Hegel, G.W.F.; 27; 100

Hemingway, E.; 163

Hirsch, E, D.; 238

Hitler, A.; 68

Hobsbawn, E.; 95

Hume, D.; 192

I

Iacopino, E.; 161; 303

Ianne, L.; 61

Iotti, N.; 67

Isaja, P.; 154; 265; 266; 267

J

James, W.; 83

Jervolino, D.; 93; 244; 258; 269

Jocteau, G.C.; 244

Jop, T.; 180; 305

K

Kant, I.; 68; 115; 192

Kautsky, K.; 100

Keplero; 68

Keynes, J.; 138; 264; 301

Kilpatrich, C.; 284

King, M.L.; 258

Krusciov, N.; 77

L

La Porta, L; 148; 234; 258; 263

La Rocca, T.; 299

La Torre, (Rettore dell'Università della Calabria nel 2000); 164

Labriola, A.; 242

Lajolo, D.; 162

Landolfi, E.; 290

Larocca, A.; 123

Laterza (casa editrice); VIIn.

Latini, F.; 117; 253; 299

Lazzaro, C.; 87; 244; 296

Leiss, A.; 253; 269

Lenin, V.; 49; 70; 100; 132; 133; 140; 148; 152; 15

6; 203; 220; 263; 283; 300; 302; 303

Leone de Castris, A.; 118; 244; 253; 260; 268

Leontiev, J.; 263

Leopardi, G.; 68; 125; 245

Lepre, A.; 126; 127; 128; 129; 155; 160; 260; 261; 263; 267

Lepre, V.; 161

Lestingi, M.; 176; 305

Libertini, L.; 253

Liguori, G.; 33; 50; 71; 88; 97; 109; 143; 231; 233; 234; 236; 237; 238; 239; 243; 245; 248; 251; 252; 253; 254; 258; 259; 261; 262; 263; 268; 269; 271

Liguori, P.; 74

Lincoln, A.; 68

Liucci, R.; 269

Lizzani, C.; 184; 306

Lo Piparo, F.; 100

Loescher, (casa editrice); VIIn.; 10n.; 288

Lombardi, M.; 31; 163; 289

Lombardo, (giornalista); 189

Lorca, G.; 163

Losurdo, D.; 76; 100; 118; 119; 238; 254; 255; 258

Luigi XIV; 68

Lukàcs, G.; 44

Luporini, C.; 100

Lussurgiu, D'Avossa, A.; 173; 181; 222

M

Mac Dowell, A.; 198

Machiavelli, N.; 79; 188; 219; 241; 269; 295

Maelli, (giornalista); 306

Mafai, M.; 134; 263; 278

Maffettone, M.; 252

Magni, L.; 199

Magri, L.; 254

Maitan, L.; 253; 254; 255; 256

Malgieri, G.; 67; 294

Manacorda, M.; VIIn.; 288

Manca, M.; 245; 246

Mancina, C.; 52; 235; 264; 276

Mancino, N.; 158

Mandel, E.; 254

Manoukian, A; 12n.; 288

Manoukian, F; 12n., 288

Manzella, A.; 126

Manzoni, A.; 244

Marcias, G.; 224; 283

Marconi, G.; 110; 243; 298

Marcucci, M.; 185; 193; 306

Mariàtegui, J.C.; 47

Marinello, J; 71

Marramao, G.; 258

Marroni, S.; 174; 305

Martelli, E.; 94; 112; 144; 146; 246; 258; 297; 298

Marti, J.; 71

Martinolli, G.; 115; 298

Marx, K.; 75; 100; 115; 119; 130; 138; 143; 156; 219; 234; 251; 260; 262; 263; 300

Masala, S.; 277

Maselli, C.; 179; 184; 246

Mastroianni, G.; 254; 263

Matsuda, H.; 202; 203; 258; 271; 307

Matteotti, G.; 108

Mattioli, G.; 189

Mauro, W.; 106; 246; 297

Mazzanti, M.; 156; 303

Mecucci, G.; 45; 135; 147; 148; 235; 260; 261; 263; 264; 265; 291; 299; 300; 302

Medail, C.; 269

Mediani, A.; 48

Medolla, E.; 267

Melari, M.P.; 154

Melchionda, E.; 258

Melegari, D.; 261

Melloni, M.; 159

Melograni, P.; 52; 276

Menicucci, M.; 285

Merlo; 132

Merlo, F.; 300

Messina, D.; 26; 28; 45; 82; 235; 246; 289; 291; 295

Mieli, P.; 149

Mila, M.; 163

Milani, (Don); 110

Minà, G.; 265

Minore, R.; 28; 235; 289

Minucci, A.; 270

Mollo, R.; 163

Moltedo, G.; 258

Monasta, A.; VIIn.; 288

Mondatori, A.; 183

Mondolfo, R.; 136

Monicelli, M.; 110; 184; 243

Montaldo, G.; 184

Montanara, E.; 126

Montanara, R.; 126.

Montanari, M.; 76; 104; 109

Montanelli, I.; 271

Montessori, M.; 131; 132; 284; 300

Monti, I.; 179

Morandi, G.; 84; 296

Mordenti, R; 118; 246; 254; 258; 260

Moretti, R.; 75; 199; 295

Moro, A.; 60; 110; 247; 293

Morra, G.; 70; 146; 199; 294; 301; 307

Mussolini, A.; 61

Mussolini, B.; 32; 40; 58; 78; 79; 113; 122; 133; 138; 139; 148; 152; 159; 161; 228; 233; 239; 249; 276; 277; 291; 295

N

Nacinovich, F.; 173; 181; 198; 304; 305; 307

Nappi, G.; 254

Natoli, A.; 32; 33; 34; 35; 100; 108; 113; 122; 128; 148; 235; 236; 246; 254; 261; 264; 271; 278; 290; 298; 300

Nediani, A.; 292

Nesi, N.; 164

Nicolini, R.; 88; 123; 246; 299

Nieddu, L.; 277

Nogueira, M.A.; 258

Notarianni, M.; 37; 81; 235; 246; 255; 290; 295

Novelli, ; 131; 255; 256

Numerico, V.; 51; 292

O

Oldrini, G.; 264

P

Pacheco, P.; 71

Padellaro, A.; 181

Paggi, L.; 100; 107; 246; 278; 298

Paladini, Musitelli, M.; 44; 118; 236

Palomba, P.; 242

Pampaloni, L.; 259

Panebianco, A; 119

Pankhurst, S.; 152

Paoletti, G.; 247

Paolini, C.; 255

Papuzzi, A.; 35; 236; 259; 290

Paradisi, R.; 146; 301

Paravia, (casa editrice); 285

Paris, R.; 121

Parlato, V.; 158

Pasolini, P.; 266

Pasquini, M.; 264

Pasquino, G.; 60; 110; 182; 247; 293; 305

Pastore, O.; 160; 163

Paulesu, M.; 35; 255; 257

Pavese, C.; 162; 163; 304

Pavlovic, G.; 248

Pera, M.; 58

Perna, T.; 158

Pestalozza, L.; 71; 96; 238; 247

Petacco, A.; 29; 289

Petrucciani, S.; 259

Piccino, C.; 247

Pinna, G.M.; 125; 277

Pisanelli, Codacci, A.; 254

Pistillo, M.; 113; 236; 241; 245

Platone; 50

Plebe, A.; 104; 247; 297

Podda, G.; 247

Podporova, E.; 164

Polara, G.; 147; 301

Pons, S.; 247; 255

Pontecorvo, G.; 184; 199

Porro, M.; 167; 304

Portelli, H.; 236

Potier, J.P.; 259

Pozzolini, A.; 39

Prestipino, G.; 142; 264; 301

Prieto, A.; 71

Prodi, R.; 53; 67; 177; 229

Pucheu, R.; 12n.

Pulina, P.; 247; 264; 270

Pullara, G.; 247

Q

Quesito, F.; 118; 255

R

Raboni, G.; 270

Racinaro, R.; 242; 255

Ragionieri; 278

Rame, F.; 268

Rampetti, (giornalista); 175; 305

Rampino, A.; 138; 247; 301

Rapini, A.; 236

Rastelli, R.; 153; 267; 302

Rasy, E.; 37; 236; 290

Ravera, C.; 279

Reichlin, A.; 179

Revelli, N.; 116

Ricardo, D.; 138

Riefenstahl, L.; 88; 111; 298

Righi, M.L.; 20; 287

Riva, V.; 149

Rizzo, S.; 164; 166; 304

Robespierre, M.; 68; 70

Roccella, E.; 124

Romanov, (Famiglia); 283

Romiti, C.; 199

Ronconi, R.; 154; 168; 170; 267; 302; 304

Roscani, R.; 32; 236; 290

Rosmini, A.; 110

Rossanda, R.; 34; 35; 232; 234; 235; 236; 267; 290

Rosselli, C.; 136; 137; 300; 301

Rossi, P.; 234

Rosso, M.; 236

Ruggiero, M.; 26; 121; 122; 299

Rumi, G.; 59; 73

Rusconi, M.; 86; 87; 112; 248; 296

Rutelli, F.; 108; 111

S

Sacchi, P.; 84; 128; 248; 261; 296; 300

Said, E.W.; 27; 34; 233; 236; 289; 290

Salvadori, M.; 100; 238; 248; 292

Salvemini, G.; VIII; 136

Salvi, C.; 190

Sangiuliano, G.; 67; 294

Sanguinetti, E.; 201

Santamaria; 129; 300

Santarelli, E.; 118; 234; 238; 239; 255; 299

Santucci, A.A.;4n.; 25n.; 26; 28; 29; 33; 34; 43; 44; 47; 74; 78; 91; 104; 109; 142n.; 148; 212; 233; 235; 236; 237; 239; 248; 255; 261; 264; 267; 271; 274; 275; 287; 290

Savoia, (Università); 282; 283

Schopenhauer, A.; 4

Schucht, A.; 148

Schucht, E.; 127

Schucht, (Famiglia); 127; 149; 153

Schucht, G.; 43; 127; 128; 129; 132; 133; 136; 142; 145; 146; 147; 153; 220; 221; 224; 261; 262; 266; 274; 282; 300; 301

Schucht, T.; 26; 32; 35; 43; 92; 100; 107; 108; 122; 127; 153; 155; 212; 221; 246; 248; 251; 252; 254; 255; 259; 260; 266; 274; 277; 298

Sciascia, L.; 27

Scola, E.; 199

Scorsese, M.; 198

Segre, D.; 165; 167; 170; 174; 176; 180; 191; 199

Sellerio, E.; 4n.; 26; 27; 28; 29; 31; 32; 34; 35; 43; 44; 45; 100; 212; 213; 232; 233; 235; 237; 266; 267; 274; 289; 291

Selva, G.; 61

Sereni, M.; 186; 306

Serrati, G.; 99; 133

Serri, M.; 248; 264

Serventi, Longhi, P.; 158; 187; 191; 193; 306

Siciliani de Cumis, N.;10; 11

Siciliano, E.; 242; 259;

Siciliano, G.C.; 260

Simeone, E.; 177; 305

Simonelli, (casa editrice); 37

Smimov (giornalista); 248

Smith, A.; 138

Socci, A.; 54; 248; 292

Soffici, C.; 55; 292

Solmi, R.; 248;

Solmi, S.; 251; 255

Sonzogno, (casa editrice); 284

Spadafora, G.; Xn.; 287

Spini, V.; 137

Spinosa, B.; 192

Spirito, U.; 150; 302

Spriano, P.; 148; 278; 287

Sraffa, P.; 26; 35; 138; 139; 147; 212; 263; 266; 301; 302

Stalin, I.; 36; 41; 50; 82; 117; 122; 127; 128; 134; 135; 140; 148; 150; 153; 156; 203; 220; 221; 222; 264; 265; 278; 279; 300; 302; 303

Stefanutto, R.S.; 239; 259

Stella, G.A; 165; 304

Storace, F.; 88; 248

Strada; C., 132

Strada, V., 148; 263; 264; 267

Strirner, M.; 3n.

Susca, E.; 259

T

Tacchi Venturi, (Gesuita); 277

Tamburrano, G.; 42; 237; 101; 290; 291

Tasca, A.; 104; 139; 145; 256

Taviani, P.; 184; 306

Taviani, V.; 184; 306

Tedeschi, M.; 75; 294

Telese,L.; 248

Teresa, (Santa); 125; 277

Ternari, C.; 50

Terracini, U.; 104; 122; 277

Texier, J.; 95; 249

Tieri, R.; 249

Timpanaro, S.; 268

Tocqueville, A.; 80

Togliatti, P.; 26; 35; 36; 37; 40; 41; 42; 50; 73; 75; 77; 79; 81; 82; 88; 101; 104; 118; 125; 126; 132; 133; 134; 135; 137; 139; 140; 145; 146; 147; 150; 156; 161; 212; 219; 220; 221; 228; 232; 233; 234: 237; 238; 241; 245; 248; 249; 254; 260; 261; 262; 263; 264; 265; 266; 267; 271; 278; 279; 290; 291; 294; 295; 299; 300; 301; 302; 303

Tomaselli, G.; 30; 289

Tomasi di Lampedusa, T.; 34

Tomassini, L.; 43; 47; 233

Tortello, (giornalista); 56; 293

Tortorella, A.; 252; 253; 264; 270

Tosel, A; 249; 259

Trentin, B.; 143; 259

Trivelli, P.M.; 52; 78; 79; 237; 241; 245; 247; 249; 276; 291; 292; 295

Tronti, M.; 101

Trotzky, L.; 140; 220; 278

Trozzi, (Avvocato socialista); 29

Tse-tung, M.; 203

Twain, M.; 13

Turi, G.; 258; 259

U

Uboldi, R.; 249

Ugolini, B.; 267

Ukmar, V.; 158

Urbinati, N.; 80; 249; 259; 295

V

Vacca, G.; 28; 34; 35; 36; 37; 38; 57; 59; 78; 79; 84; 101; 113; 133; 134; 135; 136; 137; 139; 140; 141; 144; 145; 212; 219; 220; 235; 236; 237; 249; 250; 256; 263; 265; 267; 278; 279

Vacca, N.; 270

Valentini, C.; 234; 237; 249

Valiani, L.; 265

Vallecchi, (casa editrice); 288

Vallone, R.; 162; 304

Vander, F.; 259

Varano, A.; 249

Vassallo, P.; 115; 299

Vattimo, G.; 126; 299

Veca, S.; 59

Vecchi, B.; 259

Vegetti, M.; 71; 250; 260

Veltroni, W.; 46; 74; 132; 157; 162; 170; 175; 176; 177; 179; 189; 192; 199; 229; 300

Veneziani, M.; 66; 116; 145; 249; 250; 294; 299

Ventola, N.; 182; 305

Ventura, M.; 55; 64; 250; 292; 293

Veresaev, (Scrittore); 266

Versienti, F.; 47; 239; 291

Vertone, S.; 57; 58; 74; 240

Viano, C.A.; 250

Vico, G.; 27; 34; 79; 241; 295

Villa, R.; 151

Villari, L.; 68; 109; 250; 294; 298

Violante, L.; 244; 252; 256

Voltaire; 192

Voza, P.; 71; 92; 250; 267; 297

W

Wojtyla, (Papa); 129

Z

Zangheri, R.; 49; 113; 151; 239; 242; 269; 270; 292

Zeta-Jones, C.; 199

Zinovief, (Politico); 140; 220

Zuccari, M.; 246; 250; 255; 256


Indice delle tematiche ricorrenti*

 

                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*  Gli argomenti riportati nel presente indice, evidenziano i temi e le problematiche presenti nel lavoro. L’elenco delle voci riportate non pretende di essere completo, ma fornisce comunque uno strumento che dà la possibilità al lettore di muoversi in modo trasversale nel testo, seguendo le tracce che più lo riguardano.

     Nell’elenco alfabetico non sono state inserite in modo specifico le voci “Articolo, Giornale, Quotidiano, Rivista, Rassegna stampa”, poiché fanno da sfondo alla ricerca nella sua globalità.



A

Analisi; 9; 20; 27; 47; 76; 90; 102; 132; 137; 138; 139; 165; 199; 203; 213; 219; 220; 270; 287; 291

- politica; 15; 16; 49; 83; 87; 90; 151; 197; 199; 200; 218; 251; 279

- sociale; 87; 89; 197; 199; 218; 274

Anniversario della morte; 21; 52; 53; 54; 55; 56; 60; 63; 64; 69; 70; 75; 76; 77; 80; 82; 102; 107; 108; 112; 148; 216; 239; 248; 249; 276

Antropologia; 46; 81; 97

Arresto; 50; 76; 88; 113; 149; 218; 221; 302

Arte; 5; 6; 39; 44; 48; 96; 151; 159; 283; 290

Attualità; 14; 85; 102; 105; 121; 125; 234; 257; 269

- politica; 10; 49; 63; 77; 90; 91; 126; 130; 217; 242

- scientifica; 8; 130

B

Bibliografia; 20; 21; 22;78; 79; 80; 85; 98;102; 202; 214; 231; 239; 242; 260; 261; 268; 287

Biografia; 99; 100; 106; 119; 126; 128; 147; 220; 257; 261; 263; 274; 302

C

Carcere; 3; 4; 5; 6; 26; 27; 28; 29; 31; 35; 37; 40; 42; 43; 44; 45; 47; 50; 58; 64; 76; 77; 80; 83; 86; 88; 89; 90; 91; 98; 100; 102; 103; 104; 108; 109; 117; 119; 121; 144; 151; 156; 188; 195; 197; 212; 213; 217; 232; 233; 234; 235; 237; 244; 251; 252; 254; 257; 259; 261; 262; 266; 268; 270; 271; 274; 276; 287; 289; 290; 291; 302

- fascista; 36; 57; 85; 111; 125; 145; 220; 225; 282

- sovietico; 41; 145; 220

Carteggio; 31; 32; 35; 73; 122; 129; 133; 134; 135; 137; 140; 219; 232; 237; 251; 252; 254; 260; 264; 278; 279; 301

Classe operaia; 39; 77; 79; 86; 98; 279

Comunismo; 42; 72; 76; 106; 118; 121; 122; 150; 195; 255; 307

- italiano; 30; 70; 74 81; 85; 97; 132; 133; 139; 219; 243 299

Contrasto; 40; 89; 141; 279

Convegno; 29; 71; 75; 76; 77; 78; 80; 83; 87; 102; 112; 113; 118; 123; 151; 156; 159; 202; 207; 242; 243; 244; 245; 249; 254; 255; 259; 262; 263; 298

Critica; 20; 33; 35; 36; 44; 47; 92; 97; 98; 99; 109; 118; 122; 123; 124; 136; 138; 151; 152; 156; 178; 191; 195; 197; 202; 203; 213; 219; 238; 240; 252; 253; 254; 258; 268; 270; 274

Cultura; 5; 11; 18; 40; 44; 57; 63; 65; 88; 90; 95; 98; 99; 111; 116; 119; 124; 138; 144; 151; 164; 166; 168; 217; 224; 232; 243; 271; 275; 291; 296; 299

- anglosassone; 104

- borghese; 9; 39; 105; 107

- cubana; 71

- democratica; 89; 104

- italiana; 9; 39; 42; 46; 68; 69; 71; 77; 84; 96; 104; 105; 107; 109; 120; 130; 182; 185; 213; 297

- tradizionale; 39; 86

D

Democrazia; 55; 56; 59; 70; 76; 82; 104; 105; 109; 110; 115; 135; 143; 146; 166; 169; 180; 182; 195; 199; 217; 242; 246; 276; 279; 294; 295; 297

Detenzione; 43; 50; 69; 225

Dignità; 5; 64; 167; 168; 176; 194; 218; 219

Dirigismo;

- culturale; 58; 67

- ideologico; 61; 67

Diritti; 28; 29; 32; 33; 35; 43; 45; 136; 195; 212; 232; 233; 234; 235; 274; 275; 289; 291

E

Economia; 46; 71; 101; 138; 139; 143; 144; 152; 164

Educazione; 10; 56; 57; 61; 64; 65; 115; 152; 188; 287; 288

Egemonia; 20; 43; 70; 76; 89; 95; 100; 107; 141; 232; 236; 250; 287; 291; 297

- culturale; 27; 48; 90; 116; 118; 119; 218

- politica; 42; 46; 49; 90; 92; 99; 116; 118; 119; 218

Emerografia; 20; 22; 231; 287; 289

Eroe - Eroismo; 132; 219; 282; 300; 132; 219

F

Fama; 3; 4; 20; 98; 196

Famiglia; 32; 41; 60; 78; 125; 127; 153; 155; 173; 224; 243; 252; 257; 266; 282; 284; 285; 295; 302; 304

Fascismo; 31; 39; 79; 82; 89; 91; 99; 108; 138; 139; 147; 150; 152; 177; 218; 244; 301

Film; 44; 112; 123; 154; 165; 167; 168; 170; 176; 180; 187; 191; 198; 236; 244; 246; 265; 266; 267; 268; 291; 304; 305; 306

Filosofia; 47; 61; 109; 122; 156; 224; 249; 287; 290; 299

- della praxis; 21; 83; 117; 196

- marxista; 98; 117; 130; 253; 287

- morale; 40; 123; 196; 219; 253

- politica; 15; 38; 83; 94; 98; 109; 117; 118; 122; 123; 130; 224; 251; 253; 255; 258; 290

Fortuna; 15; 20; 65; 74; 76; 96; 98; 117; 238; 274

G

Guerra; 28; 35; 36; 46; 152; 153; 283

- di posizione; 92; 143; 249

- ideologica; 52; 53; 55; 58; 59; 216; 276

- mondiale30; 101

I

Idea; 3; 49; 9; 11; 18; 27; 53; 72; 74; 82; 83; 84; 85; 86; 91; 93; 105; 108; 113; 115; 116; 119; 124; 126; 127; 136; 137;138; 139; 140; 144; 147; 149; 150; 151; 179; 180; 183; 186; 191; 196; 201; 218; 219; 241; 248; 263; 264; 265; 266; 269; 292; 296; 298; 302

Ideologia; 85; 119; 196; 233; 201; 285; 307

Immagine; 5; 7; 12; 13; 44; 72; 94; 117; 154; 173; 182; 185; 191; 198; 213; 214; 267

Intellettuale; 5; 6; 7; 15; 28; 34; 37; 48; 52; 54; 80; 95; 96; 98; 99; 100; 101; 102; 106; 108; 109; 110; 111; 113; 115; 116; 131; 138; 147; 150; 151; 186; 192; 195; 196; 197; 198; 199; 201; 208; 216; 233; 237; 238; 242; 243; 244; 246; 257; 258; 264; 266; 267; 269; 282; 296; 297;

- comunista; 20; 31; 42; 43; 53; 64; 75; 82; 86; 87; 105; 117; 122; 127; 140; 178; 203; 220; 221; 247

- italiano; 9; 13; 27; 30; 41; 57; 64; 70; 71; 74; 75; 91; 97; 104; 119;126; 127; 140; 144; 155; 214; 218; 220; 263; 92; 188

Interesse; 20; 82; 83; 86; 100; 179; 186; 203; 209; 216; 219; 227; 278; 279; 280

- culturale; 6; 8; 27; 112; 207; 208; 211; 273; 275

- personale; 207; 208; 223; 273

- sociale; 6; 80; 87; 89

- politico; 8; 80; 81; 112; 207; 208; 215; 273

Internet; 65; 80; 102; 153; 166; 169; 173; 174; 178; 182; 229; 231; 242; 267; 283; 302; 304; 305

Isolamento; 78; 129

Istituzione; 9; 113; 138; 217

Istruzione; 52; 54; 56; 61; 62; 66; 88; 107; 110; 115; 152; 216; 276

Italia; 18; 20; 25; 29; 30; 31; 36; 39; 40; 46; 47; 52; 53; 55; 56; 58; 65; 70; 82; 86; 89; 92; 96; 99; 103; 105; 109; 110; 113; 114; 119; 121; 122; 125; 126; 127; 128; 129; 133; 137; 140; 141; 149; 151; 155; 156; 160; 161; 165; 170; 174; 176; 183; 187; 191; 199; 200; 202; 203; 216; 217; 218; 220; 224; 225; 233; 234; 239; 241; 242; 243; 249; 258; 264; 269; 270; 274; 275; 276; 278; 279; 287; 288; 290; 297; 299; 300; 302; 303; 304; 307

L

Lavoro; 5; 7; 11; 13; 16; 17; 20; 21; 29; 30; 32; 34; 35; 81; 90; 92; 101; 104; 113; 114; 123; 124; 141; 152; 154; 173; 181; 197; 201; 207; 213; 218; 228; 229; 231; 239; 266; 273; 280; 282; 284; 285; 287; 298; 303

Lenismo; 275

Lettera; 3; 4; 5; 15;25; 26; 27; 28; 29; 31; 32; 33; 34; 35; 36; 37; 40; 43; 45; 47; 48; 50; 77; 80; 84; 91; 97; 98; 100; 108; 113; 122; 123; 127; 134; 135; 137; 139; 140; 142; 147; 156; 159; 161; 162; 163; 170; 171; 183; 189; 212; 213; 220; 221; 224; 228; 232; 233; 234; 235; 236; 237; 240; 248; 252; 254; 255; 257; 259; 263; 267; 268; 270; 274; 275; 276; 277; 278; 279; 287; 289; 290; 300; 301; 303

Letteratura; 5; 33; 95; 97; 142; 285

- italiana; 61; 96; 140

- nazionale; 61; 96; 124; 151

- popolare; 96; 124; 188

Lettore; 7; 9; 11; 12; 74; 156; 245; 294

Libertà; 37; 48; 55; 56; 59; 61; 62; 65; 67; 93; 106; 110; 115; 116; 127; 132; 136; 159; 182; 183; 196; 217; 219; 225; 234; 240; 266; 276; 288; 290;

- di stampa; 134; 220; 278

Libro - Testo; 3; 6; 11; 27; 37; 44; 46; 61; 63; 66; 76; 80; 98; 99; 100; 104;108; 109; 119; 126; 128; 133; 136; 138; 144; 149; 151; 159; 187; 217; 229; 233; 234; 238; 239; 245; 256; 259; 260; 265; 267; 274; 277; 284; 285; 302

M

Marxismo; 20; 42; 47; 70; 72; 92; 94; 97; 98; 99; 100; 101; 119; 130; 142; 145; 156; 219; 234; 253; 254; 255; 256; 260

Materialismo; 94; 156

- dialettico; 20

- storico; 38; 98; 117; 119; 156

Modernità; 16; 63; 80; 83; 115; 144; 150; 217; 242

Morte; 20; 54; 58; 61; 62; 66; 68; 78; 80; 81; 85; 89; 103; 107; 109; 110; 111; 113; 115; 122; 137; 140; 142; 153; 161; 162; 171; 182; 189; 198; 202; 220; 225; 240; 243; 247; 257; 266; 277; 278; 296; 302; 304

Movimento; 44; 119; 124; 152; 183; 198; 228; 284

- comunista

- culturale96; 143; 214; 224

- operaio;31; 49; 101; 141; 143

- rivoluzionario; 93; 279;

- socialista; 49; 84; 94; 101; 224

N

Novecento; 5; 33; 42; 56; 63; 67; 80; 81; 83; 85; 102; 105; 113; 151; 156; 217; 234; 266; 291; 295

P

Partito; 26; 32; 37; 73; 88; 93; 100; 116; 132; 166; 174; 175; 176; 179; 182; 186; 189; 192; 200; 251; 300; 305

- comunista; 20; 30; 36; 50; 56; 81; 86; 105; 114; 122; 129; 139; 140; 148; 149; 169; 178; 219; 220; 228; 252; 262; 276; 278; 279;

- politico; 7; 56; 81; 86; 106; 113; 114; 118; 129; 135; 140; 141; 143; 159; 165; 170; 178; 200; 276; 280;

- russo;134; 135; 140; 145; 220; 278; 279

- socialista; 29; 30;; 283

- sovietico; 139; 145; 148; 220

Pensiero; 9; 16; 20; 44; 52; 53; 59; 60; 61; 64; 67; 73; 77; 83; 85; 87; 90; 91; 97; 102; 104; 107; 109; 115; 116; 117; 121; 123; 131; 143; 145; 148; 151; 153; 163; 166; 196; 197; 203; 213; 216; 219; 220; 236; 238; 242; 243; 255; 258; 263; 267; 274; 279; 291; 292

- politico; 5; 40; 43; 47; 55; 75; 80; 81; 86; 95; 106; 113; 118; 119; 127; 129; 144; 156; 159; 207; 208; 214

- socialista; 49; 94; 136

Polemica; 13; 31; 32; 38; 46; 52; 56; 58; 60; 64; 66; 68; 102; 135; 139; 140; 216; 220; 232; 238; 242; 264; 275; 276; 279; 290; 293; 297

Politica; 5; 10; 15; 16; 34; 35; 38; 41; 42; 46; 49; 56; 57; 58; 63; 77; 83; 84; 87; 90; 91; 92; 94; 98; 99; 109; 113; 115; 116; 117; 118; 119; 120; 122; 126; 127; 129; 130; 133; 134; 135; 143; 144; 145; 151; 152; 154; 161; 163; 164; 177; 179; 181; 184; 185; 187; 192; 194; 195; 197; 200; 217; 218; 224; 225; 229; 240; 242; 243; 248; 251; 253; 255; 256; 258; 261; 262; 263; 264; 275; 279; 280; 281; 290; 296; 299; 301; 307

Psicologia; 13; 46; 274

R

Realtà; 8; 9; 13; 38; 44; 86; 93; 96; 107; 155; 172; 196; 213; 239; 274; 292

- politica; 5; 10; 16; 38; 49; 63; 129; 218; 264; 280; 281

- socio-culturale; 16

Reclusione; 32; 39; 78; 144; 225

Regime; 59; 61; 64; 65; 66; 67; 73; 94; 114; 127; 139; 148; 228; 250; 276; 293

Ricerca; 10; 13; 16; 53; 55; 65; 71; 82; 86; 90; 91; 92; 94; 96; 114; 117; 140; 197; 203; 213; 214; 218; 220; 224; 231; 247; 249; 276; 278; 279; 287

Ricontestualizzazione; 16

Riforma; 9; 48; 56; 64; 65; 108; 114; 115; 151; 199; 256

Rivoluzione; 43; 49; 79; 89; 96; 99; 115; 133; 137; 142; 148; 199; 252; 257; 263; 264; 283; 307

- culturale; 6; 71; 102; 123; 143; 201; 218

- passiva; 92; 96; 200; 218; 251; 259

Russia; 30; 70; 108; 134; 146; 149; 220; 221; 224; 263; 283; 301

S

Saggio; 7; 33; 98; 100; 102; 104; 124; 126; 127; 135; 137; 139; 154; 201; 218; 238; 266; 279

Scienze; 46; 47

Scuola; 10; 11; 33; 52; 53; 54; 55; 56; 57; 64; 65; 66; 72; 76; 77; 101; 103; 105; 110; 112; 114; 115; 125; 128; 151; 152; 199; 216; 218; 238; 240; 241; 242; 249; 250; 257; 266; 276; 282; 284; 285; 287; 292; 293; 294; 295

- dell'obbligo; 51

- italiana; 9; 46; 58; 60; 61; 62; 67; 68; 69; 70; 102; 104; 166; 182; 247; 283; 297

Socialismo; 20; 41; 71; 80; 83; 91; 96; 106; 115; 126; 134; 136; 220; 255; 278; 279

Società; 5; 6; 8; 9; 10; 11; 12; 27; 31; 34; 62; 71; 72; 77; 83; 90; 92; 95; 96; 98; 102; 105; 107; 110; 114; 144; 146; 147; 151; 157; 162; 164; 177; 187; 203; 217; 218; 229; 232; 242; 253

- democratica

- liberale; 82; 86; 143; 250; 251

- sovietica; 115; 122

Sociologia; 46; 81; 97; 202

Solidarietà; 158; 162; 166; 174; 177; 179; 183; 184; 185; 186; 190; 201; 281

Stalinismo; 67; 77; 78; 84; 88; 139

Stato; 59; 66; 77; 83; 90; 94; 95; 98; 114; 134; 139; 143; 144; 146; 218; 220; 250; 258; 267; 278

Storia; 25; 27; 29; 40; 44; 52; 55; 60; 66; 73; 78; 85; 95; 97; 100; 102; 142; 155; 159; 160; 167; 171; 180; 188; 216; 233; 234; 238; 257; 274; 278; 288; 289; 291; 300; 303

- contemporanea; 9; 54; 59; 63; 218

- comunista; 30; 42; 43; 49; 54; 57; 65; 67; 81; 129; 130; 136; 220; 229; 269; 276; 278

- degli intellettuali; 91; 190; 266; 267; 272

- delle idee; 82; 127

- d'Italia; 20; 219

- politica; 38; 42; 49; 57; 63; 90, 91; 113; 119; 126; 129; 130; 133; 134; 143; 145; 152; 154; 163; 181; 192; 195; 217; 218; 229; 264; 275; 281

Storicismo; 101; 150

Strategia; 57; 70; 89; 90; 96; 124; 138; 143; 197; 280

 



 



[1] Per una informazione tendenzialmente unitaria su Gramsci si fa riferimento a: Angelo Broccoli, Antonio Gramsci e l’educazione come egemonia, Firenze, La Nuova Italia, 1972; Eugenio Garin, La filosofia come sapere storico, Bari, editori Laterza, 1959; Mario A. Manacorda, Momenti della storia della pedagogia, Torino, Loescher Editore, 1977; Attilio Monasta, L’educazione tradita, Pisa, Giardini editori e stampatori.

[2] Editoriale firmato A. Gramsci, Avanti! , ediz. Piemontese, 23 ottobre 1918, XXII, n. 294.

[3] Una ricerca sociologica sull’interessamento della rassegna stampa italiana (1996-2000) agli avvenimenti riguardanti Gramsci.

[4] Giovanni Gentile, La pedagogia. La scuola, a cura di Giuseppe Spadafora, Armando Editore, Roma, 1997, p. 575.