“Ma come si fa a lavorare senza…”: l’interrogativo di Crepet sulle condizioni lavorative che vivono i giovani

Cosa pretende la nostra società dai giovani? Paolo Crepet spiega perché il mondo del lavoro oggi è disumano

Paolo Crepet è un noto psichiatra, sociologo, saggista e opinionista italiano nato a Torino nel 1951. Figura di spicco nel panorama culturale italiano, è conosciuto per la sua prolifica attività di scrittore, con pubblicazioni che spaziano da saggi di analisi sociale a romanzi di narrativa.

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Paolo Crepet – Fonte IG @paolocrepetofficial – cultureducazione.it

Oltre all’attività divulgativa, Crepet vanta una solida carriera accademica. Laureato in Medicina e Chirurgia e Sociologia, ha conseguito la specializzazione in Psichiatria e ha ricoperto ruoli di rilievo in diverse università italiane. Uno dei temi che più stanno a cuore al noto intellettuale è quello della condizione giovanile e del rapporto tra i giovani e il resto della società.

 Secondo lo psicologo, infatti, le giovani menti sono costantemente esposti a fenomeni che incidono in maniera negativa sulla psiche e sui comportamenti individuali senza avere gli strumenti per interpretarli e per difendersi. Se gran parte dei disagi giovanili vengono veicolati e spesso addirittura causati dai social, Crepet individua anche nel mondo del lavoro una delle cause più importanti del malessere giovanile.

Giovani e mondo del lavoro: l’analisi di Crepet

Per anni e anni i giovani italiani sono stati definiti pigri, svogliati, schizzinosi, privi della volontà di impegnarsi davvero, sacrificarsi e mettersi in gioco per raggiungere una solida posizione lavorativa. Ancora una volta Crepet si schiera dalla parte dei giovani, analizzando quella che molti definiscono “svogliatezza” da un altro punto di vista.

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Perché i giovani sono sotto stress sul lavoro? – cultureducazione.it

Se vogliamo che nelle nostre aziende ci sia qualità, la qualità va pagata e non c’è il minimo dubbio. Se un’azienda trova un ragazzo o una ragazza che ha passione, voglia di imparare, che più passa il tempo e più cresce, un’azienda sana non se ne libera. Se una persona lavora con me e lavora bene, cerco anche di gratificarla. Come si fa a lavorare senza gratificazione?!” ha detto Crepet in un recente intervento.

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Per far sì che i giovani si impegnino a fondo e con entusiasmo in quello che fanno sarà necessario gratificarli da ogni punto di vista, soprattutto da quello economico. Le nuove generazioni, infatti, non sono più disposte a sacrificare la propria salute fisica e mentale lavorando fino allo sfinimento e a fronte di compensi insignificanti e a un trattamento umiliante.  L’opera di Crepet si concentra sul disagio giovanile e sulle criticità della società contemporanea, offrendo una lettura acuta dei fenomeni che incidono sulla psiche e sui comportamenti individuali.

Tra i suoi temi più trattati figurano l’adolescenza, la dipendenza dai social media, l’influenza dei mass media e la deriva individualistica. Se le aziende vogliono cambiare l’atteggiamento dei nuovi lavoratori dovranno allora cambiare le regole del gioco, imparando a compensare il lavoro per quello che vale davvero e gratificando chi lavora bene sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista emotivo. Un complimento crea una motivazione molto più potente di un rimprovero.

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