Epidemie, quali sono le vere condizioni di rischio

Il caldo e, in generale, l’innalzamento del clima possono diventare un problema serio per la salute globale, anche per il fattore epidemie.

Nel mondo ed in Italia il fattore climatico ha preso da tempo spazio sempre più ampio in tema di criticità globali. Non parliamo più di distanti fenomeni tropicali, che interessavano aree più o meno ampie del pianeta. Ora l’emergenza riguarda il quotidiano e tutto quanto appartenga ad esso. Ed appare inevitabile, ora, osservare anche il futuro.

Il Covid, secondo molti, è stato solo il principio di una crisi non sono climatica ma, probabilmente, sanitaria. Perchè c’è una connessione profonda tra clima del pianeta e risposte dell’ecosistema, di cui il clima rappresenta elemento portante ed indissolubile. Non è dunque un mistero che nuove malattie ed epidemie saranno  frequenti e imprevedibili nei modi, per come appare infinita e imprevedibile la possibilità d’interazione dell’ambiente con i fattori che ne caratterizzano o sviluppo, come il clima . Il Covid ha lasciato il segno nelle nostre paura, e a ragione

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Dimenticare le restrizuoni introdotte per il Covid non è semplice – Foto | Cultureducazione.it

Non abbiamo bisogno di esperti, ormai, per comprendere che quella del Covid non sarà l’ultima grande epidemia vista nella nostra vita, e  altre ne seguiranno. Un’eventualità che sarò più che ricorrente per le generazioni future. Da questa premessa la necessità di capire per tempo i fattori che possono innescare la diffusione dei virus a livello globale e attuare i sistemi di prevenzione più efficaci. Uno studio sul tema, condotto dai ricercatori della University of Notre Dame, negli Stati Uniti, dopo aver verificato oltre 2.900 pubblicazioni sull’argomento, non ha portato a conclusioni rassicuranti.

L’obiettivo è capire quali sono i fattori che scatenano le epidemie e come si può intervenire efficacemente. Ebbene sarebbero 5 fattori di rischio che portano all’insorgenza di virus e la nascita di nuove epidemie.

Epidemie: ecco cosa le scatena

I  ricercatori dell’Università di Notre Dame hanno individuato i 5 fattori ambientali che possono favorire l’insorgere delle epidemie: il primo fattore e la perdita di biodiversità, a seguire sono stati individuati il cambiamento climatico, inquinamento chimico, le violente trasformazioni degli habitat naturali e l’introduzione nell’ambiente di nuove specie non autoctone. In particolare  venir meno della biodiversità negli ultimi decenni ha aumentato in modo significato la portata delle malattie infettive tra gli uomini e gli animali. Da questi, a loro volta, il percorso di contagio sull’uomo è spesso brevissimo.

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La diffusione di nuove epidemie fa paura – Foto | Ascoli.cityrumors.it

Animali e uomini, del resto, sono strettamente collegati quando si parla di malattie virali: sono sempre di più le infezioni che fanno il salto di specie passando da animale a essere umano. Circa tre quarti delle nuove malattie infettive si originano proprio in questo modo: attraverso il passaggio dagli animali agli uomini.

Le aree maggiormente urbanizzate sono risultate essere quelle meno a rischio proprio per la minore presenza di animali. Sulla base dei risultati di questo studio, quindi, gli studiosi raccomandano, al fine di prevenire e ridurre il rischio di nuove epidemie, di investire nella conservazione della biodiversità e prevenire l’arrivo di specie non autoctone. Essenziale anche, secondo gli esperti, ridurre le emissioni per evitare l’effetto gas serra che produce un aumento della temperatura del Pianeta.

 

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