Pensioni, chi può avere l’anticipo della minima, a soli 57 anni

Una pensione minima anticipata di quasi 10 anni. Così alcune persone riescono a superare i disagi della mezza età.

L’Universo delle pensioni in Italia è piuttosto complesso in quanto alle misure ordinarie se ne affiancano parecchie straordinarie fatte di anticipi ed eccezioni. Pochi conoscono una pensione minima che può essere molto vantaggiosa in alcuni casi e che si può ottenere a partire da 57 anni. Vediamo di cosa si tratta.

Ad oggi per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario soddisfare tre requisiti, come stabilito dalla legge Fornero. Il primo requisito consiste nell’avere almeno 67 anni di età. Il secondo requisito è quello contributivo: bisogna aver versato almeno 20 anni di contributi. Infine bisogna anche aver maturato un assegno previdenziale d’importo pari o superiore all’importo dell’assegno sociale.

anticipo pensione minima
Ottenere un anticipo della pensione minima non è impossibile – Foto | Cultureducazione.it

L’alternativa può essere data dalla pensione anticipata ordinaria ma per accedervi è necessario aver maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e almeno 41 anni e 10 mesi per le donne. Accanto a queste due misure ve ne sono molte altre che permettono di accedere alla pensione con qualche anno di anticipo ma quasi tutte si rivolgono solo a categorie specifiche.

C’è un modo poco conosciuto ma molto utile che può fare avere una rendita minima già a 57 anni e fino ai 67. Si tratta di una strada poco conosciuta ma molto vantaggiosa nel caso in cui, all’improvviso, ci si ritrovi senza lavoro.

Pensione minima già a 57 anni: ecco cosa devi fare

Purtroppo sono tante le persone che, di punto in bianco, si ritrovano senza lavoro alla soglia dei 60 anni. E a quest’età si è considerati troppo vecchi per il mondo del lavoro ma ancora troppo giovani per la pensione. Che fare? C’è una misura poco conosciuta che permette di ottenere una rendita già a 57 anni.

Soprattutto in seguito alle chiusure legate alla pandemia di Covid, molte attività commerciali si sono trovate in crisi e hanno dovuto chiudere i battenti. Oltre alla pandemia, i piccoli negozi subiscono da anni la concorrenza dei grandi centri commerciali e degli e-commerce.

Che fare se per tutta la vita si è gestito un negozio e, di punto in bianco, ci si vede costretti a chiudere? Coloro che non hanno ancora perfezionato i requisiti necessari per accedere alla pensione, possono ricorrere alla rottamazione della licenza. In pratica chiudendo la propria attività e consegnando la licenza al proprio Comune, possono ottenere il cosiddetto indennizzo commercianti.

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Alcuni negozi sono stati costretti a chiudere i battenti – Foto | Cultureducazione.it

Si tratta di una rendita che può essere erogata a partire da 57 anni per le donne e a partire da 62 per gli uomini. E’ però necessario essere iscritti alla Gestione commercianti e artigiani dell’INPS da almeno 5 anni ed essere titolari dell’attività che viene chiusa.

L’importo dell’indennizzo commercianti sarà uguale al trattamento minimo dell’Inps il quale, in base alla rivalutazione, cambia ogni anno. Ad esempio, nel 2024, il trattamento minimo corrisponde a 598,61 euro al mese. Dunque l’indennizzo commercianti avrà il medesimo importo. Questa rendita potrà essere erogata finché il soggetto non compirà 67 anni: a quel punto l’Inps gli riconoscerà la sua pensione di vecchiaia ordinaria.

 

 

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